«Tutti i nostri animatori ed artisti sono muniti di GREEN PASS!!! Prenota una festa all’aperto o al chiuso in completa sicurezza!!!». Un messaggio semplice, poco più che una comunicazione di servizio. Il 6 settembre scorso la società Casper Animation, specializzata in animazione per bambini, ha pubblicato su Facebook questo post garantire ai suoi clienti che il loro personale è disponibile sia per gli eventi al chiuso che per quelli all’aperto. Ma questa comunicazione non è passata inosservata davanti alle truppe No vax che pattugliano la rete. A raccontare sulle pagine de Il Mattino cosa è successo dopo la pubblicazione di questo post è Daniele Maffettone, 43 anni, l’imprenditore che ha fondato Casper Animation: «Dopo appena qualche ore dalla pubblicazione del post, i miei collaboratori i hanno fatto notare i primi commenti dove ci chiamavano “ridicoli”, dicevano che col green pass facevamo “tristezza” e che eravamo “gente che esegue ordine dai nazisti”».
Dagli insulti, racconta Maffettone, si è passati nel giro di poco tempo alle minacce: «Mi hanno augurato di avere un cancro. Io ho risposto che stiamo solo rispettando le regole, visto che la dotazione Green pass è funzionale al nostro ruolo di animazione. Noi organizziamo anche feste in luoghi chiusi come i ristoranti». Il post scritto da Maffettone non è nemmeno il primo di quelli scritti sul Coronavirus: «In passato avevamo fatto avvisi simili per informare sulla nostra dotazione di mascherine, gel igienizzante e animazioni con il rispetto della distanza di sicurezza ma non si era scatenato questo putiferio». Al netto dei commenti online, per adesso non ci sono stati problemi con i clienti: «La maggior parte dei clienti sono felici della dotazione del Green pass e sono loro che rispondono sui social alle cattiverie che mi hanno scagliato contro. La prima cosa che chiedo agli animatori nei colloqui è proprio il Green pass. Perché non avrei dovuto scriverlo?».
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