In questi giorni si stanno svolgendo gli esami di maturità targati covid- bis. Molte le polemiche che accompagnano i maturandi sulla presunta facilità della prova che prevede solo la discussione orale che parte da un elaborato preparato in anticipo. I nostri ragazzi non hanno frequentato gli ultimi due anni in maniera completa: sono mancate loro tutte le esperienze laboratoriali che costituiscono l’essenza dell’ apprendimento significativo e hanno fatto a meno di tanti momenti che arricchiscono l’esperienza scolastica rendendola completa. Ma se ci fermiamo a riflettere un attimo, l’esame sostenuto in questa modalità non è affatto semplice e non è facile: non offre infatti il ventaglio di prove che ogni studente fino a qualche anno fa era chiamato a svolgere mostrando in tal modo le sue attitudini e la cosa in cui eccelleva di più.

Ci sono studenti che sanno scrivere mentre nella prova orale si emozionano o viceversa. L’esame costituito da più prove offre allo studente più chances e gli dà più respiro. E allora, anche questa maturità che tra qualche giorno volge al termine, si porta lo strascico quasi interminabile del virus che ha stravolto ogni piccolo angolo della nostra esistenza dalle case ai banchi di scuola.

Ai maturandi e agli appena maturati, possiamo solo dire che l’esame è un’esperienza, una delle tante prove che la vita ci propone ogni giorno. Ora però è tempo di mostrarla davvero questa maturità, di far uscire il senso di responsabilità, non verso la famiglia o i prof ma verso se stessi, scegliendo con oculatezza cosa si vuole essere da grandi, cosa ci piacerebbe diventare perché il valore di un qualunque lavoro si misura dall’onestà con il quale si svolge e la passione che si impiega nel farlo.

Professoressa Annamaria Schettino, Is Falcone di Pozzuoli.

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