Draghi incassa la fiducia anche alla Camera. Tre leghisti passano con Fdi. Deflagra il M5s, cresce il numero dei dissidenti

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Mario Draghi incassa la fiducia anche alla Camera: 535 sì, 5 astenuti e 56 no, molti dei quali provenienti dai banchi dei 5 Stelle e, naturalmente, da quelli di Fdi.

Sono tre gli esponenti leghisti che hanno lasciato il partito di Matteo Salvini e si sono mossi verso verso Fratelli d’Italia nel giorno della fiducia alla Camera al governo Draghi. Il più inaspettato inatteso Gianluca Vinci, leghista di lungo corso, eletto per la prima volta consigliere comunale a Reggio Emilia nel 2009. In dissenso con la scelta di Salvini di appoggiare l’ex governatore della Banca centrale europea, anche l’eurodeputato calabrese Vincenzo Sofo, fidanzato di Marion Le Pen, e il capogruppo in Consiglio regionale della Basilicata, Tommaso Coviello.

Il 5 Stelle deflagra anche alla Camera.

“Rivendico questa come una decisione assolutamente autonoma, non legata ad alcun gruppo né corrente all’interno del Movimento 5 Stelle. Il mio No è quindi personale, svincolato dagli schieramenti che si sono delineati in questi ultimi giorni e che prefigurano schemi ideologici e comportamentali. Posizioni che non contesto ma nelle quali non credo di identificarmi. Questa mia posizione mi ha però consentito di ritrovare compagni di viaggio che come me agiscono, non senza difficoltà e afflizione, in piena e autonoma coscienza”. Lo dichiara Doriana Sarli, deputata napoletana del Movimento 5 Stelle.

Con la Sarli ci sono anche Alvise ManieroAngela RaffaFrancesco ForcinitiPino CabrasAndrea CollettiJessica CostanzoPaolo GiuliodoriAndrea VallascasGiovanni Russo e Rosa Alba Testamento, Spessotto, Costanzao, Colletti, Termini, Raduzzi.

I parlamentari pentastellati a Palazzo Madama stanno valutando tutti gli sbocchi. Il più probabile è quello l’Idv, ma non è l’unico, perché occorre studiarne la fattibilità pratica e di regolamento.I fari sono quindi puntati sull’ex partito di Di Pietro. “Facile immaginare che il senatore Elio Lannutti (con un passato da parlamentare eletto nell’Idv, ndr), possa fungere da punto di raccordo per la soluzione più agevole”, spiega una fonte M5S. La richiesta del simbolo, tuttavia, sarà avanzata a Messina solo quando il pallottoliere segnerà i dieci senatori necessari alla costituzione di un gruppo o comunque quando ci sarà un quadro più chiaro.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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