Marano, il Comune a corto di personale: eppure continua a regalare pedine ad altri enti. Il caso Cerotto l’ultimo esempio. Ma c’è un colpo di scena

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Piangono miseria dalla mattina alla sera, sono in dissesto finanziario, sono costretti ad esternalizzare il servizio idrico comunale (per salvare il bilancio e le casse dell’Ente), hanno poco personale e per giunta in larga parte poco qualificato, ma continuano a “regalare” unità lavorative ad altri municipi.

Cosa c’è dietro questa ennesima strana storia che vede coinvolto il Comune di Marano?

Nel giro degli ultimi 18-20 mesi, l’ente cittadino – con l’avallo del sindaco Visconti – ha dato il nulla osta che ha consentito a un agente della polizia municipale di essere trasferito presso la Procura Napoli nord di Aversa; in precedenza era stato rilasciato il nulla per il trasferimento presso altri enti del responsabile del settore anagrafe, Antimo Scotto, a Marano dai tempi di Bertini e ancor prima della responsabile dell’ufficio legale, Tiziana Di Grezia, ora finita alla corte di Virginia Raggi nel municipio di Roma. Ancor prima toccò a Claudia Gargiulo, titolare della dirigenza dell’area economica. La Gargiulo – che arrivò a Marano durante la gestione Cavallo – si è accasata a Napoli, mentre Marano è rimasta orfana di una figura chiave nell’area economico-finanziaria. L’incarico di dirigente al ramo è occupato (da anni) dai segretari generali, che spesso ne capiscono poco o nulla di contabilità, bilanci e affini.

Poche settimane fa, tanto per non smentirsi, la giunta, il sindaco o chi per esso, avevano rilasciato il nulla osta (per l’ennesima mobilità volontaria esterna) anche all’architetto Paola Cerotto, per alcuni funzionaria all’ufficio tecnico comunale, l’ufficio dove i geometri, la dirigente e la compagine di governo lamentano gravi carenze di organico. La Cerotto è una professionista di livello, che ben conosce le problematiche del territorio, in primis quella dell’area Pip. Fu lei qualche anno fa a stilare una relazione sul Pip, dalla quale emergono numerose criticità (urbanistiche e infrastrutturali). Quella relazione fu acquisita anche dalla Dda di Napoli (la direzione distrettuale antimafia) che, come è noto, è titolare di una inchiesta culminata con l’arresto di diverse persone, tra cui i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro.

Poco più di un mese e mezzo fa, la Cerotto – già da 3 anni e mezzo lontana da Marano – ha ottenuto l’ennesimo nulla osta (a firmare gli atti la segretaria generale Pucci). Un atto da rilasciare entro il 30 dicembre del 2020, così come richiesto dal Comune di Napoli, dove l’architetto si è trasferita dopo l’esperienza maranese. Pochi giorni fa, come si evince dagli atti pubblicati sul sito istituzionale del Comune di Marano, il colpo di scena: la determina di cessazione dal servizio della dottoressa Cerotto è stata annullata perché il Comune di Napoli – si legge nella determina a firma della Pucci – ha sospeso la procedura di mobilità in attesa di ulteriori determinazioni.

Ciò significa che la Cerotto potrebbe rientrare nell’organico del Comune di Marano. E se è così, perché perché nessuno prende in considerazione questa ipotesi? Chi è che spinge affinché anche la Cerotto (così come accadde con la Gargiulo) resti a Napoli? Quali sono le oscure o palesi ragioni? La Cerotto non vuole rimanere a Marano perché scottata dal caso Pip? E’ il sindaco o qualche assessore a non volerla più a Marano? L’ufficio tecnico comunale è in così buone condizioni da poter rinunciare all’ennesima pedina?

Sono i misteri maranesi, i soliti, su cui occorrerebbe far chiarezza e su cui un giorno scriveremo un libro.

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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