Regionali e Comunali, l’analisi di De Magistris e la Terza via

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Ho preferito attendere i risultati del ballottaggio, prima di formulare un giudizio su queste ultime elezioni amministrative.
Sono stati evidenziati tutti i limiti politici nelle varie competizioni a
Sindaco nonché quelle del Governatore della Campania e dell’intero Consiglio Regionale. Per le considerazioni che andro’ ad evidenziare, mi soffermero’ sulle elezioni amministrative dei Comuni di Giugliano in Campania e di Pomigliano d’Arco, per poi, riprendere, solo di sfuggita, l’elezione del Dott. Giacomo Pirozzi, Sindaco di Calvizzano, Comune inferiore a 15.000 abitanti, conoscendo meglio i protagonisti di ieri e di oggi dei rispettivi Comuni, come i due ultimi Governatori della Regione Campania.

L’elezione a Sindaco di Nicola Pirozzi nel Comune di Giugliano e di Gianluca Del Mastro nel Comune di Pomigliano d’Arco che nei ballottaggi sono risultati eletti Sindaco, rispettivamente contro Poziello e Romano, e’ la dimostrazione delle divisioni persistenti, da sanare, non soltanto nelle due comunita’ in esame, non secondarie, della Citta’ Metropolitana, che con liste Civiche, espressione comunque della medesima area progressista prevalentemente riformista, sono risultate competitive. Quindi, se pur perdenti su alleanze ( P.D. e 5 Stelle), della medesima area, costituite a tavolino, da soggetti, il primo, massima espressione di quel potentato territoriale eterogeneo ed il secondo massima espressione del Movimento 5Stelle, se pur il filone maggioritario di governativi, evidenziano di fatto, il totale fallimento di un percorso dialettico unitario necessario che parte dal basso, attraverso un confronto tra correnti di pensiero che si prefiggono i medesimi obbiettivi nell’amministrare la cosa pubblica.

All’apparenza e non solo in queste amministrative, si vuole far passare la competizione per un confronto dialettico tra contendenti, comunque, della medesima area, ma di fatto e’ un consolidamento di una logica di potere, antitetica alla finalita’ che i partiti con i loro limiti, dell’intera area progressista si prefiggono. E’ l’antitesi a cui necessita la POLITICA, premesse indispensabili per la costruzione di un soggetto unitario, necessario ed indispensabile per la governabilta’ dell’intero Paese. L’attuale alleanza definita “un Modello futuro” per il paese e’ l’eresia maggiore che si possa politicamente immaginare. Essa, non e’ altro che una ulteriore tappa di quel percorso della Seconda Repubblica di cui ancora non si intravedono i presupposti di una democrazia dell’alternanza, fonte primaria di una Democrazia rappresentativa che, se non corretta, porterà’ ad un populismo sovranista, con un abbandono sempre maggiori delle direttive dell’Europa Comunitaria. E’ la conseguenza delle scelte effettuate a suo tempo, con la Caduta del Muro di Berlino. In Italia si volle intraprendere una strada di non ritorno, si usciva da una democrazia imperfetta, bisognava predisporre le condizioni di una Politica dell’alternanza, viceversa si preferi’ sostituirla dando un ruolo non dovuto alla Magistratura, in particolare quella Inquirente di sopprimere i mali di cui la classe politica si era resa protagonista, senza comprendere che la rigenerazione dei partiti doveva avvenire al loro interno, esempio non secondario, il caso di corruzione del Canncelliere Kohl in Germania, dove di fronte ad una unificazione del Paese, le maggiore forze politiche fecero fronte comune, portando la Germania a diventare il primo paese nell’ambito della Comunita’ Europea e dove le stesse forze politiche rigenerate restano protagoniste del Paese mentre l’Italia resta, con le sue divisioni economiche tra il Nord ed il Sud del Paese e l’emergere di una classe politica-partitica rigenerata ancora da venire.

Il rischio per la Democrazia rappresentativa e’ enorme, dove le lobby,
i potentati territoriali, vanno a sostituire la partitocrazia, ninfa vitale
della Democrazia.
Potrebbe calzare ad hoc una peculiarità tutta partenopeo, voler praticare “un modello democristiano, tutto gavianeo”, dove la funzione dei partiti viene sostituita da lobby territoriali che decidono la politica locale e nazionale ” potere per il potere”, l’antitesi delle correnti di pensiero indispensabile per la costituzione di un Partito. Sistema che al Paese necessita!

A livello regionale, in particolare in Campania, il quadro e’ ancora piu’ deprimente dove alla rielezione del Governatore Vincenzo De Luca con la parcellizzazione delle liste sono stati eletti consiglieri, in gran parte figli o parenti dei piccoli potentati locali precostituiti. Non si possono presentare le solite “minestre riscaldate”,
candidati vincenti e perdenti che nei rispettivi periodi di riferimento, con alleanze spurie ed il supporto di voti provenienti da soggetti che un tempo appoggiano candidati espressione del centro-destra e l’altro tempo del centro-sinistra dai quali ne determinano la vittoria, privilegiando gli interessi di parte. Inoltre la credibilita’ di un Movimento e/o Partito si misura sul programma ed il politico che dovrebbe rappresentarlo. Non si può’
sbandierare per mesi prima, la candidatura a Governatore del Ministro dell’Ambiente e poi optare per la Capogruppo uscente del Movimento,
con candidatura anche da consigliere sapendo dell’impossibilita’ di successo.

Oggi serve un’unione di forze: quelle che si sono rese promotrici di scelte che andavano contro il corso della Storia, altre che nel governare si sono rese artefici di scelte non appropriate alle contingenze del momento, con autocritiche ferme e costruttive per liberare il campo da qualsiasi dubbio e quelle delle nuove generazioni che vogliano effettivamente il cambiamento che non può’ scaturire da un’improvvisazione ma da un approfondimento, coniugando il passato alle scelte del momento. Partire dalla scomposizione e ricomposizione del presente. Quindi una terza via sulla sintesi del pensiero di Papa Bergoglio nel denunciare un sistema economico malato, iniquo e con interessi finanziari contro i diritti umani fondamentali; far proprio il passo dell’Enciclica Fratelli tutti sulla Pandemia,”Non voglio che si tratta di castigo divino. E’ la realta’ stessa che geme e si ribella’”, potrebbe essere un utile suggerimento per i credenti e non credenti ad intraprendere un corso di Politica del cambiamento che l’elettorato con le rapidi scelte dal populismo pentastellato al populismo sovranista legista, erroneamente ne fanno richiesta.

Franco De Magistris

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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