Marano e le aree pubbliche sottratte ai cittadini. Ne scrivemmo anni fa quando c’erano i commissari. Ora tornano in auge

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In sei anni abbiamo scritto e scoperto centinaia di cose, che senza il lavoro di Terranostranews nessuno avrebbe saputo in città. Il percolato nella fogna comunale, i netturbini che sversavano ingombranti in strada, l’area Pip, il Palazzo Merolla, Il Grifone, Garden House, la masseria del Galeota, la vicenda scandalosa del Giudice di Pace, case popolari occupate da benestanti, la scuola abusiva di San Rocco, abusi edilizi e commerciali, affidamenti di incarichi sospetti, mercato ortofrutticolo e imbrogli di ogni genere. Oggi siamo diventati bersaglio di alcuni soggetti, ma sopravviveremo anche a questo, consci dei nostri limiti e pregi. Ma soprattutto di aver sempre agito in buonafede, lontani da qualsiasi logica di potere e nell’interesse della città.

Tra le tante cose denunciate e segnalate anni fa ci sono anche le aree pubbliche sottratte alla collettività. Ne parlammo e scrivemmo durante la gestione commissariale. La triade fece qualcosa ma qualche funzionario sbagliò gli atti e non tutto andò per il verso giusto. Ora il Pd, in giunta con Visconti, pare sia intenzionato a riprendere l’argomento.

Di cosa si tratta. Delle cosiddette aree standard, porzioni di territorio che i palazzinari e costruttori, in cambio delle concessioni edilizie, devono per legge lasciare al Comune e quindi alla collettività. A Marano ce ne sono diverse, ma molte non sono mai state realmente consegnate all’ente cittadino né tanto meno qualcuno del passato se ne è occupato.

Ci sono aree standard in via Falcone, in via Corree di Sopra, all’inizio di via San Rocco e tanto altro. In via Falcone, i commissari aprirono una villetta che era chiusa da tempo immemore.

Un’altra area standard è quella adiacente alla posta di San Rocco e che confluisce in via Padreterno. Una lingua di terra pubblica, insomma, il cui passaggio finale è ostruito dalla presenza di un cancello. Un tempo c’era una sorta di parcheggio all’aperto, ora non più, anche alla luce di quella vecchia battaglia. Qualcosa, dunque, è stato fatto, ma non tutto.

Ne scrivemmo al tempo, ma il Comune sbagliò la procedura per acquisire l’area, il privato propose ricorso al Tar e lo vinse. Lo vinse grazie all’errore procedurale commesso dagli uffici comunali. Ora il Pd potrebbe riprendere in mano quella situazione. Molti però sostengono che i democratici chiuderanno un occhio perché quell’area è di fatto nelle disponibilità di un ex consigliere del Pd. Noi, invece, non vogliamo credere alle malelingue.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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