Basta sprechi di denaro sul Giudice di Pace di Marano: il Comune ponga fine a questo scempio. L’ente ha perso il 76 per cento dell’immobile e deve e dovrà rimborsare i privati

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Decidessero in fretta. I cittadini di Marano, stretti nella morsa dei tributi e tariffe altissime, non possono pagare anche per gli errori e le “braciole” del passato relative all’ufficio del Giudice di Pace.

La storia è nota: il Comune di Marano è soccombente in giudizio contro i germani Cavallo, titolare del terreno su cui sorse, 13 anni fa, una struttura (doveva essere un centro per l’impiego) poi adibita ad ufficio del Giudice di Pace. Il Comune ha perso perché in oltre 10 anni non è mai stato perfezionato l’esproprio dei terreni. L’ente, per tale motivo, ha perso il 76 per cento di un immobile di cui era titolare assoluto (realizzato con fondi regionali) e dovrà risarcire i Cavallo per un importo 220 mila euro per l’occupazione dello stabile fino al 2016 e per altre centinaia di migliaia di euro a titolo di indennizzo per l’occupazione dal 2017 in poi. Oltre questo, verosimilmente, dovrà riconoscere mensilmente ai Cavallo anche un cospicuo canone mensile.

Uno scandalo di dimensioni bibliche di cui nessuno parla. L’amministrazione Visconti ha il dovere di tutelare i propri cittadini che non possono accollarsi altre spese per la dabbenaggine o malafede di chi, in oltre 10 anni, non ha mosso un dito per evitare ciò che è capitato. L’ufficio è in vita perché gestito da vari comuni, ma Marano anticipa le spese di gestione per tutti e non sempre ottiene dagli altri comuni (Villaricca, Giugliano, Melito, Calvizzano, Mugnano e Qualiano) le relative quote nei tempi prestabiliti.

Ora, con la sconfitta in sede giudiziaria (stranamente la sentenza non fu impugnata) Marano – comune in dissesto finanziario – non può accollarsi ulteriori spese di tale portata.

Ai Cavallo abbiamo già dato e tanto dovremo dare ancora. I consiglieri comunali, avvocati inclusi, non pensino al loro orticello ma tutelino i cittadini. Ora basta. Il Comune trovi un’altra sede a costo zero, altrimenti chiuda l’Ufficio e mandi al diavolo i Cavallo e chiunque altro. Se non lo farà, come giornale promuoveremo una petizione popolare o un esposto da presentare non solo alla Corte dei Conti ma anche alla Procura della Repubblica di Napoli nord. Il tempo delle “braciole” deve finire. Anche la giunta ha inviato gli atti alla Corte dei conti, ma con riferimento al passato e non all’attuale. Le vicende del passato sono abbondantemente prescritte, ora dobbiamo salvaguardare il futuro e le tasche dei cittadini.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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