Marano, le chiacchiere a vuoto del Pd e della lista Visconti. Avevano chiesto rimpasti, azzeramenti, minacciato appoggi esterni. Hanno dimostrato di essere solo inutili comparse

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Parole, parole, parole degne del duo Mina-Alberto Lupo. Un mese e mezzo fa erano i rivoltosi dell’amministrazione Visconti. Di chi parliamo? Dei cinque consiglieri della lista del sindaco, ovvero Di Marino, Diana, Angelotti, Concilio, Carandente E. e Vallozzi. Sottoscrissero un documento di fuoco, annunciarono l’appoggio esterno alla giunta, parlarono di criticità mai risolte. Tutto, però, è durato meno di qualche giorno, perché dal giorno del comunicato – Di Marino in primis, quasi tutti i giorni in auto con sindaco o D’Alterio – non hanno fatto altro che tessere trame per ottenere un misero assessore, non ancora sbarcato ufficialmente a Marano e, tra l’altro, con deleghe incomplete. Uno dei maggiori flop, insomma, della storia politica cittadina.

E’ evidente a tutti che l'”ammosciamento” di Di Marino e co deve essere imputabile a qualche altro fattore. I soliti maligni, i loro colleghi di maggioranza in primis, riferiscono che saranno accontentati in qualche altro modo. Staremo a vedere.

Peggio dei viscontiani ha fatto solo il Partito democratico, che ha dovuto ingoiare una delibera contestatissima (passata con soli 7 voti) e il doppio affronto del sindaco e di un assessore, Perrotta, che tutto è fuorché un rappresentante dei democratici.

Vogliamo parlare poi dell’azzeramento o del rimpasto chiesto a gran voce da alcuni consiglieri, tra cui Di Luccio, Paragliola e qualcuno della lista Visconti? Non è successo nulla. Visconti li tiene per gli zebedei su tutta la linea: ha compreso che sono politicamente deboli e con la paura fottuta di tornare a casa.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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