Toto ministri, vecchie cariatidi all’orizzonte e il Cinque Stelle perderebbe Costa e Toninelli

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Prima opzione: se il premier indicato dai grillini otterrà di avere a Palazzo Chigi Vincenzo Spadafora (M5S) come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, va da sé che ci sarebbe un unico vicepremier identificabile nel profilo del veterano Dario Franceschini (magari con la delega ai Rapporti con il Parlamento). Seconda opzione: la casella del sottosegretario alla presidenza (uno snodo cruciale nell’attività di ogni governo) viene assegnata a Paola De Micheli o allo stesso Dario Franceschini del Pd, non c’è più il vicepremier in quota dem. Terza opzione: il Pd cede alle richieste di Di Maio e così si viaggia con Conte più i due vice.

Il secondo blocco di problemi, per Conte, riguarda i tre ministeri chiave che andrebbero tutti o in parte a tecnici graditi al Pd sui quali, comunque, il Quirinale ha un’attenzione particolare. Agli Esteri, infatti, non è mai tramontata l’ipotesi di confermare Enzo Moavero Milanesi anche se in pista c’è sempre l’ex premier Paolo Gentiloni. All’Economia, tra i profili che risulterebbero compatibili con l’asticella della presidenza della Repubblica, ci sono quelli dell’ex ragioniere dello Stato, Daniele Franco (che conosce alla perfezione la macchina di via XX Settembre) e quello meno conosciuto in Italia, ma non a Bruxelles, dell’economista Marco Buti, ora direttore generale per gli affari economici e finanziari della Commissione Ue: in altre parole, Buti è l’euroburocrate che dà il via libera tecnico alla legge di Bilancio dei Paesi membri.

Al Viminale si parla di un prefetto sulla poltrona di ministro. I papabili, se il Pd non riterrà conveniente mandare un politico di rango (lo stesso Andrea Orlando, Ettore Rosato o Emanuele Fiano), sono tre: Mario Morcone, già capo di gabinetto di Marco Minniti e grande esperto di immigrazione, l’ex direttore del Dis Alessandro Pansa (che, alla guida del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza, ha già consolidato il suo rapporto con il premier Conte) e il capo della polizia Franco Gabrielli che, però, poi avrebbe da ministro l’onere ma anche l’imbarazzo di dover indicare il suo successore al Dipartimento della pubblica sicurezza.

I Cinque Stelle, sempre aspettando altri nomi coperti che escono all’ultimo minuto, avrebbero Difesa (Di Maio), Giustizia (Alfonso Bonafede), Infrastrutture (Stefano Patuanelli), Riforme (Riccardo Fraccaro) la Sanità (Giulia Grillo), gli Affari regionali (Vincenzo Presutto), Mezzogiorno (Barbara Lezzi), Istruzione (Nicola Morra o Lorenzo Fioramonti).

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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