Il mare bianco a Mergellina: veleni scaricati in un tombino

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Ci sarebbe un primo indiziato per il disastro di Porto Sannazaro. Ad aver riversato in mare migliaia di litri di poltiglia biancastra, potrebbe essere stato un autospurgatore di Caivano sulla cinquantina che nella serata di ieri è stato intercettato dagli inquirenti e sottoposto ai primi accertamenti del caso proprio nel luogo in cui potrebbe essere avvenuto lo sversamento illegale, un palazzo di via Gramsci a pochi passi da piazza Sannazaro. È stata proprio la sostanza bianchiccia e collosa, dall’odore dolciastro di Vinavil, a guidare ieri le indagini sugli scarichi fognari della zona svolte da Vigili del fuoco, polizia municipale, tecnici delle fognature e uomini della Guardia di finanza. Che dopo aver ispezionato i tre cantieri della metro aperti tra Mergellina, il consolato americano e la Torretta, hanno trovato traccia di una sostanza del tutto comparabile a quella finita in mare, nei pressi di un tombino a pochi passi dal porto, nel quale galleggiava ancora la materia biancastra. Sottoposto alle domande degli investigatori, l’uomo negava in serata ogni addebito. «Non ho versato niente qua, i miei documenti sono in regola», ha detto. Ma a destare i sospetti degli inquirenti è la tempistica.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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