Un anno di nulla (o quasi) a Marano: dirigenti che difendono lo status quo e sovraordinati confermati non si sa per quale ragione

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L’operato dei sovraordinati e dirigenti, chiamati a supportare i commissari straordinari alla guida del Comune, è stato perlopiù fallimentare. Ma nonostante l’incredibile sequela di errori, scandali, più o meno grandi, e la pochezza dei risultati raggiunti, ce li ritroveremo fino alla fine del mandato commissariale. Ancora una volta non si è avuto il coraggio di prendere decisioni forti, ancora una volta (lo aveva già fatto Reppucci) si è voluto nascondere la polvere sotto il tappeto.

Luigi De Simone. Come sovraordinato dei vigili urbani sarà confermato il colonnello Luigi De Simone. Cosa ha prodotto in quasi un anno di lavoro? De Simone, scaricato già da mesi da uno dei commissari che lo aveva voluto a Marano, si è segnalato per le seguenti cose: mancata o ritardata chiusura di esercizi commerciali non in regola. Casi eclatanti come quelli della Cerasella, di via Labriola e di via Sconditi, che hanno indotto dirigenti e commissari a rivolgersi ai carabinieri. Ebbene, nonostante tutto, nonostante la sfiducia nei fatti, si avrà il coraggio di riconfermalo. Né tanto meno il dottor De Simone ha la sensibilità di fare un passo indietro. Per farlo ben operare, la commissione ha dato in dotazione ai suoi uomini uno strumento, lo street control, che è stato utilizzato perlopiù per le auto in sosta vietata (in qualche occasione) e quasi mai per punire coloro privi di copertura assicurativa. La gestione di De Simone, che si dimostrò lentissimo anche quando si dovette notificare un’ordinanza ad un’azienda dell’area Pip, si è caratterizzata per i numerosi errori di valutazione, le “fisse” per alcuni suoi sottoposti (premiati anziché essere ridimensionati) e la lentezza al limite dell’esasperazione. Eppure, nonostante operi anche a Caserta, è necessario che debba guadagnare altri soldi pure a Marano.

Iolanda Di Zuzio è un caso. Un caso di cui in pochi parlano. Ma andiamo nello specifico. Di cosa si sarebbe dovuta occupare la Di Zuzio? Incassi e vendita di case popolari. Ebbene, in meno di un anno, non è riuscita a cavare nemmeno un ragno dal buco. Le case non sono state vendute, le aste si sono rivelate un flop e se abbiamo incassato soldi dagli evasori dei canoni idrici lo dobbiamo al lavoro svolto da altri e non certo da lei. Ma anche lei, che gira da una stanza all’altra del comune senza produrre alcunché, non sente, non avverte la necessità di farsi da parte. E lo Stato paga. Figura ornamentale quella della Di Zuzio.

Francesco Pepe. E’ il più volenteroso dei sovraordinati e gli concediamo l’onore delle armi. Ha una marea di problemi da affrontare. Lo hanno incastrato affidandogli una dirigenza (urbanistica) che non poteva avere, poi, resisi conto dell’errore, lo hanno rimesso a fare il sovraordinato. Deve pensare al Pip, alle concessioni edilizie, a quelle commerciali, spesso date senza alcun criterio (vedi alla voce gazebo), agli sgomberi, alle occupazioni abusive. Ha interi fascicoli sulla sua scrivania, tante segnalazione, ma purtroppo, anche per la scarsa collaborazione di alcuni geometri, è riuscito finora a fare ben poco.

C’è poi il capitolo dirigenti.

Giuseppe Bonino. Scartato dopo le prime selezioni e ripescato per virtù ed opera dello “spirito santo” (e si conosce chi è il santo), all’area economica abbiamo tal Giuseppe Bonino da Angri. Il ragazzo è sveglio, furbo, per molti versi preparato, ma purtroppo si è facilmente e frettolosamente adeguato ai ritmi e alle consuetudini maranesi. Ha instaurato rapporti strettissimi con i funzionari della sua area. Ha difeso e difende a spada tratta dipendenti che hanno contribuito al disastro dell’ente, oggi ad un passo dal default finanziario. Ha creato un settore ad hoc, risorse umane, per darlo a una dipendente, Paola Cocca, appena promossa funzionaria e con un concorso che ha fatto gridare allo scandalo ai più. Bonino è incline a cambiare idee a secondo di come soffi il vento: dichiarò ufficialmente che avrebbe ridotto il numero delle dirigenze, ma non lo ha fatto; dichiarò ufficialmente che alcuni funzionari avrebbero ruotato dallo scorso settembre, cosa mai avvenuta. Dichiarò altresì che era intenzionato a ridurre il numero delle posizioni organizzative. Chissà se manterrà almeno questa promessa, noi siamo sicuri che non lo farà.

Pasquale Di Pace. Su Di Pace è stato detto e scritto in questi mesi, a partire dalla sua nomina al Comune. Sulla sua scrivania, da mesi ormai, ci sono appunti e segnalazioni su abusi edilizi enormi, ma al momento non si ha notizia di controlli, verifiche e sequestri. Non si sa cosa abbia deciso per lo sgombero, annunciato più volte, della palazzina di via Del Mare, di proprietà comunale da almeno 12 anni. Non ha firmato gli atti di chiusura di negozi, multati dai vigili, così come previsto da una vecchia ordinanza commissariale. Vani e inutili gli annunci sul cimitero: i lavori sono ancora al palo, senza contare la questione dell’isola ecologica, ancora chiusa nonostante le promesse fatte dai suoi sottoposti. Risultati scarsissimi, insomma, a fronte di un mare di presunzione e saccenza.

Purtroppo per noi ce li terremo tutti fino alla fine. Fino all’avvenuto disastro.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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