Marano, la città dimenticata dai partiti e i commissari che (finora) non hanno inciso

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Tutti proiettati verso le elezioni nazionali e del territorio, della città, ormai nessuno parla più. Non è una novità: sono almeno otto-nove anni che i problemi della città sono finiti in secondo piano. Se ne parla solo grazie al nostro giornale e grazie a qualche dibattito sui social. Le organizzazioni, movimenti, partiti e quant’altro hanno gettato la spugna da tempo immemore. La crisi dei vecchi poteri forti della città, che per anni avevano gestito anche la sfera politico-amministrativa, l’uscita di scena di personaggi (politici e tecnici) discussi e su cui ancora non si è fatta la dovuta chiarezza, anziché spingere le cosiddette persone perbene a scendere in campo, le hanno (paradossalmente) ulteriormente allontanate. Si assiste solo ad un lamento, costante, ad un brusio di sottofondo, ma sono in pochi, pochissimi a denunciare, a proporre soluzioni e a chiedere un radicale cambiamento nella sfera amministrativa. Non hanno capito, lor signori, che il periodo commissariale doveva e deve servire per creare le condizioni affinché in futuro, chiunque vincerà la contesa elettorale locale, non debba perdere altro tempo per mettere ordine dove ordine non c’è. Si aspetta, insomma, passivamente, credendo che i problemi interni all’Ente siano irrisolvibili o si risolvano da sé.

Nemmeno i diciannove mesi di commissariamento (tra gestione Fico, Reppucci e Di Menna) hanno inciso più di tanto. Molti gli annunci, pochissimi i risultati. E il tempo per produrne c’era e ce n’è ancora. Talvolta si sono fatti addirittura passi indietro, con l’ente comunale “pizzicato” in imbarazzanti dietrofront o incapace di portare avanti le necessarie, improcrastinabili riforme interne. A denunciare gli sversamenti abusivi, anche nelle strutture comunali, ci ha dovuto pensare Terranostranews; a segnalare l’illegittimità di alcuni atti e nomine ci ha dovuto pensare sempre il nostro giornale, così come altre decine di scandali: abusi edilizi, commerciali, abusi al cimitero, sgomberi non eseguiti.

L’opinione generale è la seguente: “se non riescono i commissari, come possiamo riuscirci noi?”. E’ un’opinione errata, in quanto i cittadini, indipendentemente dalle istituzioni, devono fare la loro parte. Sempre e comunque. Ciò che manca ora, oltre ad una maggiore incisività della triade al governo del municipio, è proprio l’apporto della società civile (chissà se esiste a Marano), quelle che in passato ha fatto talvolta finta di non vedere o che si è adeguata, purtroppo, al sistema politico-affaristico in auge tra gli anni Novanta e Duemila.

Non basta lamentarsi sui social, occorre fare di più, farsi sentire in strada, al Comune. Occorre denunciare ai carabinieri e a tutte le altre forze di polizia. Marano ancora muore di abusi di ogni genere e il Comune, lo ribadiamo, anche alla luce delle ultime inchieste (Pip, voto di scambio e atti riguardanti lo scioglimento dell’Ente), necessita di urgenti riforme nella sfera amministrativa. Qualche dirigente o funzionario, al pari di qualche commissario, pare non abbia ancora compreso bene dove sia sbarcato. Qualcuno fa lo gnorri, qualcuno non si assume le dovute responsabilità, qualcun altro andrebbe sostituito o depotenziato.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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