La Procura non ne può più dell’immobilismo del Comune sul fronte dei lavori nell’area Pip. Area sequestrata da oltre un anno, dove nulla è a norma, né sul piano delle urbanizzazioni né su quello dei capannoni. L’ente ha commissionato lavori a consulenti esterni per quantificare l’ammontare di successivi lavori, ma non ha sciolto ancora i nodi di fondo: sarà rescisso il contratto (per inadempienza) con la società dei Cesaro o si continuerà a nicchiare su questo punto? E i lavori, quelli che competono eventualmente al Comune, quando partiranno e i soldi dove saranno trovati? E ancora: l’attuale custode giudiziario della Iniziative industriali di Sant’Antimo avrà un ruolo in questi lavori per la messa in sicurezza o se ne laverà le mani? Sui capannoni, infine, c’è poco da dire: tutti o quasi presentano difformità urbanistiche. Ma il punto è: i permessi concessi anni addietro sono annullabili, le anomalie possono essere sanate o bisogna chiudere tutto?
E’ la seconda volta che i magistrati napoletani alzano la voce con l’ente cittadino e i suoi amministratori, anche con i commissari al governo dell’ente. Se non si interviene, interverrà tra qualche settimana la Procura con il sequestro totale di un’area in cui ancora oggi l’illegalità regna sovrana.
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