Marano, otto mesi (o quasi) con i tre commissari al Comune: è tempo di bilanci. Le poche luci e le tante ombre di questo primo periodo

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Duecentoquaranta giorni o giù di lì. Circa otto mesi di commissariamento ed è quindi tempo di bilanci anche per i commissari straordinari attualmente in sella al Comune di Marano. Si insediarono nel gennaio scorso, Antonio Reppucci, Francesco Greco e Ludovica De Caro, subentrando ad un altro commissario prefettizio, Franca Fico, sbarcato a Marano dopo le dimissioni del sindaco Angelo Liccardo, la cui giunta è stata poi sciolta per infiltrazioni della criminalità organizzata.

Otto mesi, dicevamo, otto mesi di poche luci e parecchie ombre. Quella che sembrava un’iniziale impressione è stata avvalorata da fatti ed episodi che ci spingono a dire, senza il timore di essere smentiti, che la triade va avanti a tentoni, con buona volontà, certo, ma senza obiettivi chiari, definiti, agendo, spesso e volentieri, sotto l’impulso dei media e di qualche zelante cittadino che, soprattutto a mezzo social, segnala disfunzioni e disservizi. Non c’è, insomma, un vero piano d’azione. Una strategia per uscire dalle sabbie mobili. Si campa alla giornata, facendo i conti con le croniche difficoltà di bilancio, tentando di mettere qualche toppa qua e là.

I commissari, forse perché poco esperti della macchina amministrativa comunale, avrebbero non poche difficoltà a svolgere il loro ruolo senza il “supporto” di chi, costantemente, li aggiorna su quanto accade in città.

Antonio Reppucci è un prefetto “atipico”: ama dialogare, non ha l’indole del condottiero burbero e non ama assumere decisioni impopolari, talvolta necessarie in comuni allo sbando come quello di Marano. Vorrebbe coinvolgere la cittadinanza, vorrebbe che dirigenti, funzionari e dipendenti dell’ente marciassero tutti in un’unica direzione, ma proprio per questo rischia di impantanarsi. Ha sottovalutato troppe cose, Antonio Reppucci, e si è fidato e continua a fidarsi di personaggi che non hanno mai voluto il bene (è la storia a dimostrarlo) dell’ente cittadino. Il caso del capannone abusivo non ancora rimosso del tutto, nonostante gli annunci e i proclami, il flop delle rotazioni interne al municipio, i casi delle ordinanze non fatte rispettare, l’aver sostenuto a lungo una segretaria generale, l’ex D’Ambrosio, palesemente inadatta al ruolo, sono ombre che hanno segnato e segnano il suo percorso amministrativo.

Francesco Greco, altro commissario straordinario, è l’esatto opposto di Reppucci: poco dialogante, modi spicci, è un pragmatico che sta tentando di mettere ordine (canoni idrici in primis) dove ordine non c’è mai stato. Ci riuscirà? Qualche risultato lo ha ottenuto, paventando distacchi a destra e a manca, ma i risultati veri potranno essere valutati soltanto tra qualche mese. Non ha inciso, tuttavia, sul fronte del turn over interno, lasciando che si consumassero errori su errori (clamorosi quelli che vedono coinvolti i dipendenti Damiano e Ruggiero). E’ stato lui ad indicare, in veste di sovraordinati, il colonnello dei vigili De Simone (mai scelta fu più infelice) e a dare il benestare decisivo per il dirigente del settore economico Giuseppe Bonino (ragazzo sveglio e capace, inizialmente sottovalutato).

Ludovica De Caro è il viceprefetto più “silenzioso” della storia. Non abbiamo gli strumenti per poter giudicare a pieno il suo operato, visto che la dottoressa è poco incline al contatto con gli organi di stampa. E’ molto concentrata sugli atti amministrativi, li studia con attenzione, ma sembra essere (almeno questa è l’impressione) costantemente fuori contesto, avulsa dalla “giungla” maranese. Anche lei si è fidata troppo di funzionari che si sono segnalati per i numerosi errori (formali) compiuti nel varo di alcuni importanti atti.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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