De Luca show a Pozzuoli. Affronta a muso duro i professionisti delle proteste

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L’occasione è il taglio del nastro al quinto cantiere delle linee Eav. Quello del raddoppio della linea Bagnoli-Pozzuoli tra Dazio e Gerolomini, sbloccato dopo 18 anni di abbandono. Ma la celebrazione si trasforma ben presto in un altro match tra Santa Lucia e Palazzo San Giacomo. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca arriva a piedi in via Savino Vitagliano a Pozzuoli, ad attenderlo c’è il sindaco Vincenzo Figliolia e tutto il gruppo dirigente Eav.

Ma c’è anche un gruppo di Lsu del movimento “7 Novembre”, mostrano uno striscione e urlano “Fondi europei per gli Lsu”. De Luca ignora le autorità, si dirige subito verso di loro, li affronta a muso duro. Da solo. Dietro di lui, il drappello di polizia. Lui, faccia a faccia con i disoccupati. Un dialogo lungo 20 minuti, tra battute, parolacce, voce alta e toni tesi. Che il governatore domina alzando la voce più di una volta. “Non ripetete le palle che vi raccontano – dice sbrigativo a Eddy Sorge, del movimento Iskra che fa da portavoce al gruppo – i fondi europei non servono proprio a niente per gli Lsu”.

Il gruppo parla di un progetto che non sono riusciti a sottoporre all’assessore ai Fondi Ue Serena Angioli. Parlano di un tavolo saltato con il Comune. “I tavoli non servono a un bel niente – prosegue De Luca, – confondono le responsabilità. Noi stiamo buttando il sangue per aprire cantieri e creare lavoro. Non prendiamo in giro i disoccupati come fanno altri che invece perdono solo il tempo. Io palle non ne racconto a nessuno, nemmeno a voi. Portatemi il progetto e la struttura regionale lo valuterà. Non voglio creare illusioni, non vi dico che il progetto si farà. Ma vi ricordo che la competenza dei progetti Lsu è del Comune, dell’assessore comunale alle politiche sociali, non della Regione. Non posso perdere il tempo con le cose che non sono di mia competenza, ho da risolvere tanti problemi”. Infine, Bagnoli. “Mi lascia perplesso il fatto – conclude De Luca – che a Bagnoli è in corso un progetto di riqualificazione da 270 milioni e non è possibile creare un progetto valido per i disoccupati in quell’area? Non c’è nessuno che si possa inventare un lavoro serio e duraturo, una cooperativa che dia lavoro ai giovani per le spiagge e le altre attività che nasceranno? Perché dobbiamo piangere sempre il morto? Diamoci da fare”.

La tattica è sempre la stessa. De Luca non nomina mai de Magistris ma è evidente che si riferisce alle inadempienze del Comune di cui è costretto a occuparsi. In mattinata era scoppiata un’altra polemica, quella sulla Tav. Per de Magistris è un grosso danno per Napoli. Per De Luca no. “È chiaro che la stazione di Afragola non serve a Napoli città – risponde il governatore – ha funzioni diverse, per i treni che vanno verso Sud. Un cittadino di Napoli deve avere il treno ad alta velocità dalla stazione centrale, mi pare evidente. La stazione è una sfida, non una soluzione. Il fatto che si sia portata a termine è un miracolo. Ma sarebbe stato opportuno programmare insieme l’opera e la riqualificazione del territorio”. Poco prima De Luca aveva liquidato le domande dei cronisti sulle proteste dei centri sociali No Tav ieri a piazza Garibaldi come “patetiche e noiose, ormai sono diventate un elemento di folklore a Napoli. Ci sono decine di soggetti un po’ esagitati che hanno bisogno di girare tutte le piazze e tutti gli eventi per fare un po’ di ammuina”.

L’ammuina De Luca se l’è ritrovata anche ieri, davanti al cantiere della Cumana a Pozzuoli. Un’opera lasciata in abbandono per 18 anni (dal 1999) che cambierà il volto della cittadina flegrea e consentirà di realizzare un nuovo porto con una nuova collocazione degli attracchi. Il cantiere presentato ieri, 85 milioni di investimenti, devierà il tracciato della galleria attualmente funzionante e creerà un secondo binario di collegamento negli unici 5 chilometri di tratta rimasti a binario unico. Così la ferrovia non passerà più per il lato mare ma taglierà in due la città, lasciando una marea di spazi liberi da riprogrammare. Saranno realizzate 2 stazioni nuove, tra cui quella di Pozzuoli, ultima opera dell’architetto Nicola Pagliara recentemente scomparso. Una struttura suggestiva, con il recupero di un bene archeologico: Villa Maria. Saranno poi eliminati 3 passaggi a livello, abbattuto un cavalcavia a ridosso del tempio di Serapide. Tre anni per realizzare tutto, si chiuderà, come da contratto, per il 2020. “È una notizia eccezionale per Pozzuoli – afferma il sindaco di Pozzuoli Figliolia – questo cantiere ci consentirà di non far passare più per il centro città i 2,1 milioni di veicoli che sbarcano ogni anno a Pozzuoli”.

Repubblica

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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