Marano, caso Pip: la nomina “pilotata” di Pitocchi a capo dell’ufficio tecnico. L’uomo dei Cesaro che in un solo giorno sbloccò le licenze

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Un’altra figura-chiave nell’inchiesta è Gennaro Pitocchi (nella foto), a capo dell’ufficio tecnico di Marano dal 2009 al 2011. Pitocchi, storico collaboratore dei Cesaro, viene nominato a capo della struttura con un decreto a firma dell’ex vicesindaco Massimo Nuvoletti, in quel periodo facente funzioni al Comune vista l’assenza (era in divieto di dimora) di Salvatore Perrotta.

Pitocchi, noto per l’affare Texas Instruments di Aversa, nonostante svolga analoghe funzioni dirigenziali in ben due comuni del Casertano, riesce a rimanere per circa un biennio a capo dell’ufficio tecnico ed è l’uomo che, pochi giorni dopo il suo arrivo a Marano, firmerà 22 licenze per le concessioni dei capannoni industriali. Pratiche amministrative che, come segnalato dagli inquirenti, erano decisamente carenti.

“Pitocchi – scrivono i magistrati che indagano sul Pip di Marano – è uno dei soggetti che con le sue condotte illecite ha contribuito alla realizzazione della speculazione immobiliare nell’area industriale”.

Grazie ai permessi rilasciati da Pitocchi, i Cesaro vendono ben 12 stand ad altrettante imprese che non risultavano esser state tra le assegnatarie dei lotti.

Pitocchi subentra all’ingegnere Micillo nell’aprile del 2009. Micillo si trasferisce al Comune di Salerno. Per tutto il tempo della sua permanenza a capo del settore tecnico di Marano (2006/2009) evita di firmare i permessi che Pitocchi invece rilascerà in una sola giornata.

Micillo, escusso dai carabinieri del Ros, racconta dei limiti della convenzione stipulata dal Comune (epoca Bertini), predisposta da Nico Santoro, e pertanto aveva tentato di apportare delle modifiche al fine di assicurare maggiori garanzie per l’ente comunale.

Quelle modifiche richieste da Micillo furono avallate dalla giunta Perrotta, ma non arrivarono mai in Consiglio comunale. Quindi non se ne fece nulla.

Ecco cosa dichiara Micillo ai militari dell’Arma.

Micillo: “Non ho ricevuto minacce o pressioni, ma normali sollecitazioni per definire con solerzia le problematiche dell’area Pip. Chiedevo ai miei interlocutori tempo perché avevo necessità di chiarire meglio alcuni aspetti riguardanti la convenzione stipulata con i Cesaro”.

Ancora Micillo: “Ho scelto liberamente di andare via dal Comune di Marano perché ero oberato di lavoro. Le sollecitazioni che ricevevo dai Cesaro erano per accelerare l’iter amministrativo riguardante il Pip”.

Sul punto viene escusso anche l’ex sindaco Bertini.

Bertini: “Micillo non ha mai firmato le licenze per i capannoni e cercò di prender tempo, in quanto non ci vedeva chiaro e quando ebbe la possibilità di andarsene a Salerno fu decisamente sollevato perché aveva risolto tutte le problematiche relative alle sollecitazioni che sono certo lo stesso ha ricevuto per firmare le concessioni”.

Pitocchi, invece, sbloccherà quelle pratiche pochi giorni dopo il suo arrivo, benché non fossero corredate dalla necessaria documentazione.

Ma chi è Gennaro Pitocchi? Nei abbiamo parlato spesso in questi anni. E’ imparentato (attraverso il figlio) con Antonio Iovine, ‘o Ninno, boss dei Casalesi oggi collaboratore di giustizia, e fu denunciato, nel 2008, per abuso d’ufficio per aver rilasciato, in qualità di capo dell’ufficio tecnico del Comune di Aversa, un permesso a costruire in favore di una società dei Cesaro. E’ il cosiddetto affare Texas.

A comandare l’ufficio tecnico di Marano – scrivono gli inquirenti – doveva essere un uomo di fiducia dei Cesaro, anche ad onta della sua incompatibilità amministrativa, un uomo pronto a curarne gli interessi. Pitocchi rilascia in fretta e furia alcuni permessi e della vicenda è messo al corrente anche il boss, allora latitante, Giuseppe Polverino.

Il figlio di Antonio Polverino, Toratto, riferisce allo zio che per il Pip “che i capannoni li stanno vendendo ma che ci sono dei problemi amministrativi che stanno tentando di risolvere facendo le carte false”. Tale informazione è importante per Giuseppe Polverino che attende infatti il pagamento degli utili da parte dei Cesaro.

A mettere a posto le carte, come ricostruito dagli investigatori del Ros, sarà poi Oliviero Giannella, l’eminenza grigia maranese, assiduo frequentatore dell’ufficio tecnico, dopo aver avuto contatti con Gennaro Pitocchi e Nico Santoro.

Sul tema Pitocchi viene escusso dai carabinieri anche l’ex sindaco Perrotta.

Perrotta: “Se non ricordo male la nomina di Pitocchi avvenne attraverso una selezione pubblica e dopo la valutazione dei curriculum. Nuvoletti, nella sua qualità di vicesindaco e facente funzioni, firmò il decreto di nomina di Pitocchi. Tengo a precisare che la scelta fu comunque condivisa con me, anche se in quel periodo ero in divieto di dimora”.

E ancora, sempre Perrotta: “Non sono al corrente su eventuali rapporti di conoscenza tra Pitocchi e i Cesaro e nemmeno che Pitocchi era stato denunciato in passato con Aniello Cesaro. La nomina di Pitocchi non mi fu segnalata da nessuno e avvenne sulla base della valutazione dei curriculum e dietro consultazione con Nuvoletti”.

La nomina di Pitocchi avverrà nel marzo del 2013, eppure – ribadiscono gli inquirenti, che registrano una conversazione tra Perrotta e Santoro e tra Perrotta e Cesaro Aniello – eppure già un mese prima si parlava della nomina di Pitocchi.

 

 

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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