Marano, quando Liccardo parlava in piazza di poteri oscuri e pressioni. Le ordinanze dei giudici e le relazioni ministeriali hanno dimostrato che, al di là del Pip, i “poteri” di quel periodo non erano poi così ostili alla sua giunta

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A giudicare da quello che è riportato nell’ordinanza di custodia cautelare (1000 pagine) che ha portato all’arresto di 30 affiliati al clan Orlando e a quello che in precedenza era stato sottolineato dalla commissione d’accesso agli atti (400 pagine) e che spinse, qualche mese fa, il Consiglio dei ministri a propendere per lo scioglimento del Comune per infiltrazioni camorristiche, i poteri “forti” di Marano, quelli emergenti o in auge tra il 2015 e il 2016, non erano per niente contro l’amministrazione Liccardo.

In quei mesi, qualcuno lo ricorderà, Liccardo e qualche ex assessore (lo fecero anche in piazza Escrivà de Balaguer il 5 agosto del 2015, subito dopo le prime dimissioni dell’ex primo cittadino) recitavano il mantra dei “poteri oscuri”, i “diguidiani” in particolare, che avrebbero esercitato pressioni su alcune questioni, tra cui il Pip.

Ma a parte la questione del Pip, come si evince dai resoconti dei magistrati e degli 007 della prefettura, le cose in quel periodo non erano del tutto lineari.

Tanto per rinfrescare la memoria agli ultras che in quei mesi sostenevano Liccardo, gettando fango su tutti gli altri, bisognerebbe ricordare la storia della mancata sfiducia di Liccardo dal notaio di Calvizzano (dicembre 2015) grazie a un intervento in extremis di imprenditori border line (mettiamola così), dell’installazione di una statua abusiva (altamente simbolica) in una zona centralissima e strategica della città (il Comune intervenne con un anno di ritardo per ripristinare le condizioni di legalità), di lottizzazioni edilizie (C17) gestite alla meno peggio e connotate da un forte interesse di alcuni ex amministratori della città.

Ci sarebbe da dire poi su qualche consigliere ed ex assessori, tutti presenti nella relazione di scioglimento per i legami parentali o professionali con soggetti o aziende ben oltre l’odore della camorra. Ci sono omissis, ma i nomi di questi soggetti, tra cui coloro che hanno rivestito ruoli di primo piano nel civico consesso, sono noti a tutti.

Dall’ultima ordinanza che ha azzerato il clan egemone (gli Orlando), invece, emerge un quadro a tinte ancor più fosche. Un ex assessore ha rischiato l’arresto (per un presunto caso di estorsione), un altro ancora è legato da vincoli di parentela (strettissimi) con i pezzi da novanta del clan e stesso dicasi per altri personaggio che per qualche tempo ha bazzicato tra gli uffici comunali, proprio tra il 2015 e il 2016.

Liccardo parlava di poteri forti, soprattutto della questione Pip, che lo avrebbero pressato o tentato di condizionarlo. Area industriale a parte, i poteri forti, almeno in quel periodo, non erano affatto ostili a quella compagine di governo. Questo dicono gli atti al momento in nostro possesso.

Liccardo aveva ragione su una sola cosa: c’erano “poteri” che sedevano anche tra i banchi dell’allora minoranza, o comunque non tutti erano degli stinchi di santo.

Ma erano poteri -come si evince chiaramente dalla ordinanze dei giudici – in fase nettamente calante. Chi c’era? C’era Bertini, sindaco comunista “folgorato”, qualche tempo fa, sulla via dei “democristiani”; c’era il Pd, il partito che si svegliò dopo un annetto e passa di finta opposizione; c’erano i diguidiani, passati dalla maggioranza all’opposizione dopo un tormentato iter e in quel periodo peraltro vittime di taglieggiamenti (da parte della criminalità) nella sfera professionale; c’era l’indipendente Tagliaferri, e due “Iacolariani”, uno dei quali sempre un po’ tentennante ma che alla fine resistette alle tentazioni.

Ognuno può trarre le sue riflessioni. Tutto si può dire e scrivere. E’ vero che tutte le giunte maranesi degli ultimi 30-40 anni hanno subito in qualche modo condizionamenti da parte della malavita; alcune di esse, anche più di quella guidata da Liccardo, avevano tra le proprie file esponenti diretti di famiglie di camorra. Ma è anche vero che, nel periodo 2014-2016, i poteri forti, quelli vincenti nel periodo in esame, non erano per niente contro la squadra dell’ex sindaco che ha proposto ricorso al Tar contro lo scioglimento dell’Ente.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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