Il commissario straordinario Franca Fico, al suo arrivo al Comune, aveva le idee ben chiare e conosceva quasi tutte le criticità dell’ente che avrebbe dovuto dirigere dopo l’uscita di scena di Angelo Liccardo.
Da quel giorno, il giorno dell’insediamento, sono trascorsi quasi sei mesi. Nessuno si aspettava il miracolo, certo. Tanti erano e sono i problemi da risolvere, le questioni annose, molte delle quali si trascinano da oltre vent’anni. Il Commissario, impegnato anche su altri fronti, ha vissuto questi mesi a capo dell’Ente con la spada di Damocle di un ulteriore scioglimento: quello per le paventate infiltrazioni della malavita che potrebbe esser deciso (a giorni) dal Consiglio dei ministri. Eppure qualcosa in più dal commissario Fico era lecito aspettarsi.
Allo stato, al netto degli intoppi burocratici, del poco tempo a disposizione e prendendo atto dell’impegno profuso (che non è mancato), i conti non tornano.
Il Comune di Marano, per ripartire, necessitava e necessita di una profonda cura o rivoluzione negli uffici comunali. Non è più tollerabile che in determinati settori, alcuni dei quali manifestamente improduttivi o poco lineari, vi siano al comando funzionari, dipendenti e personaggi che continuano a fare il bello e il cattivo nonostante l’alternarsi delle amministrazioni cittadine e dei commissari inviati dal prefetto.
Tutto doveva partire da lì. Bisognava dare un segnale forte, ai dipendenti stessi e alla cittadinanza. Ma soprattutto a certi poteri occulti, molto meno forti del passato ma comunque ancora attivi. Con quali risorse? Senza stravolgere l’assetto, qualcosina – in attesa dei nuovi arrivi (concorsi in itinere) – si poteva già fare.
Non un cambio, invece, nei settori nevralgici. Qualche esempio? Il settore Urbanistica, che potrebbe risultare determinante nell’ottica dello scioglimento per condizionamenti – diretti o indiretti – della camorra. In questi mesi, nonostante le indagini e le segnalazioni mediatiche, poco si è fatto su alcuni specifici fronti: il capannone abusivo di via Marano-Pianura è ancora lì; il capannone abusivo di via Padreterno è stato sequestrato ma dai carabinieri del Nas e ora non si sa se e quando sarà acquisito al patrimonio comunale e se verrà abbattuto o reimpiegato per i fini previsti dalla legge Rognoni-La Torre; la statua della Vergine di Vallesana rimossa solo dopo il clamore mediatico e con un anno di ritardo rispetto ai tempi previsti. Nessuna soluzione, per ora, per l’area Pip né tanto meno – nonostante il varo di un regolamento – per i casi Galeota o Casalanno. Poco si fa, infine, sui capannoni da abbattere di via San Rocco, dove un tempo c’era un negozio di frutta e un rivenditore di auto. Quanto all’abusivismo, qualcosa si è mosso solo dopo le richieste di controlli.
Il settore Patrimonio? Peggio che andar di notte. Dal cimitero al caso di via Consolare Campana, dalle case popolari al bando per l’affidamento del Ciaurro. Per non parlare del silenzio sulle case di via Platone. Tutto è fermo o procede con una lentezza esasperante.
Il settore Ambiente? E’ persino superfluo parlare della spazzatura in strada o del mancato spazzamento delle arterie. Ne scriviamo da mesi, ma il Comune ha deciso di fare orecchie da mercante. L’isola ecologica? Sarà aperta dopo l’espletamento di un bando di gara (procedura negoziata) che richiederà ancora altre settimane, forse mesi.
I vigili urbani, l’area vigilanza? Tanti errori di valutazione o nella gestione di alcune situazioni anch’esse finite nel mirino della Commissione d’accesso. Negli ultimi tempi qualcosina si è mosso sul fronte del controllo della viabilità (sul corso principale) e dell’antibusivismo.
Il settore economico-finanziario? Sarebbe il caso di stendere un velo pietoso. I canoni idrici emessi dopo 3 anni e mezzo, la mancata individuazione di evasori e furbetti totali. Passano gli anni, ma i vertici del settore sono sempre al loro posto.
Il settore avvocatura? E’ praticamente uno Stato a sé….
E cosa dire sul mancato controllo dei giardini pubblici, con personale che spesso si assenta, si “distrae”? E cosa dire ancora di Palazzo Battagliese, opera che sta contendendo il primato alla Salerno-Reggio Calabria? E cosa dire del Giardino dei cinque sensi, ancora off limits e mai affidato? Meglio tacere.
Tra le poche note liete, la ripresa del distacco della fornitura idrica per i furbetti di via Marano-Quarto, sollecitata tuttavia dalle forze dell’ordine e non certo dalla vecchia classe politica o dirigenziale.
In questi mesi di commissariamento (sempre meglio della vecchia classe politica) ci si è limitato all’ordinario, a sistemare alcune questioni, a mettere in ordine qualche scuola (molte sono però in uno stato pietoso), a tenere a bada i conti, ad emettere ruoli e ad aprire procedimenti disciplinari che per ora non hanno portato a nulla di concreto. Si è agito un po’ con il freno a mano tirato, con il pensiero sempre rivolto all’eventuale nuovo scioglimento.
Pur considerando le difficoltà, si doveva e si poteva fare qualcosa in più. Anche il semplice avvicendamento di un segretario generale, nel caso di specie la D’Ambrosio (per nulla contenta di svolgere anche il ruolo di dirigente dell’area Ambiente), è diventato un ostacolo insormontabile.
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