Napoli, amministrative: 12 liste a un passo dall’esclusione

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Dieci barra dodici liste out o quasi, i candidati al Comune scendono da 1768 a 1339 con un taglio netto di 429 aspiranti consiglieri comunali mandati a casa. Sul fronte delle Municipalità si profilano almeno un migliaio di tagli. A quattro giorni dalla presentazione delle liste c’è ancora caos e incertezza su chi parteciperà alla tornata elettorale del 5 giugno. Solo oggi – salvo altri colpi di scena – nel giorno del sorteggio delle liste, si sveleranno finalmente nomi e cognomi, simboli e coalizioni che daranno vita alla gara elettorale da dove verrà fuori il nuovo sindaco di Napoli e i 10 presidenti delle Municipalità. Partita chiusa? Assolutamente no. La palla passa ai magistrati, ad altre carte bollate, le stesse che hanno ingessato le liste. Da oggi è ufficialmente aperta la guerra dei ricorsi.

Veniamo agli esclusi, sottolineando sempre che si tratta di liste non di diretta emanazione dei candidati ma della coalizione. Per gli arancioni del ricandidato sindaco Luigi de Magistris fuori «Solo Napoli», lista ambientalista che vede impegnati tra gli altri il vicesindaco Raffaele Del Giudice e l’ex assessore al Welfare Roberta Gaeta dimessasi 48 ore fa. Dentro molti esponenti della società civile. I motivi dell’esclusione sarebbero da ricercare nei tempi. La consuetudine di arrivare all’ultimo minuto ha provocato il pasticcio: è riuscito a varcare il cancello al parco Quadrifoglio il delegato con la busta delle liste alle Municipalità e non quello con la lista al Comune. Venti i minuti di ritardo, sufficienti per la commissione a bocciare. Fuori anche «Per Napoli» di Gaetano La Nave, lista emanazione di una rete civica. Così come la lista «Mo!» e il partito del Sud. Veniamo al candidato civico del centrodestra appoggiato da Forza Italia Gianni Lettieri. Anche per lui sono 4 le liste tagliate ovvero «Rivoluzione cristiana», «Democrazia Cristiana», «Fare città» e sembra che la quarta sia quella dei Pensionati. Se per de Magistris la perdita più dolorosa è quella del vicesindaco Del Giudice, per l’ex presidente degli industriali vale lo stesso discorso per la lista «Fare città».

Dal centrodestra al centrosinistra, alla candidata Pd Valeria Valente, anche per lei 4 liste fuori e sarebbe stata salvata in extremis la lista del Pd al Comune dove ci sono state grosse problematiche sul collegamento alla candidata, un paradosso. La Valente perde «Lega Ausonia» e «Liberi Pri-Pli» e a fortissimo rischio ci sono «Centro democratico» e «Napoli Popolare».Veniamo alle Municipalità, giova ricordare che – naturalmente – le liste escluse al Comune decadono automaticamente anche nelle stesse Municipalità. I democrat hanno corso il serio rischio di non partecipare alla gara per i presidenti dei parlamentini di quartiere. A oggi risultano esclusi solo in due, ma molto significative.

La Sesta municipalità, quella di San Giovanni a Teduccio, terra di Tonino Borriello, il consigliere comunale ricandidato al Comune, al centro dello scandalo delle monetine date a chi ha partecipato alle primarie, appunto in un seggio di San Giovanni. E la Decima, vale a dire Bagnoli. Nella sostanza il Pd – salvo ricorsi accolti – non sarà presente nel territorio sul quale sta scommettendo il leader del Pd e premier Matteo Renzi. Il quale per il risanamento dell’area ex Italsider ha fatto una norma ad hoc e nominato un commissario. Problemi notevoli alle Municipalità anche per gli arancioni. «Napoli in Comune» ricusata alla Quarta Municipalità, «De Magistris sindaco» fuori alla Terza, Quarta, Sesta e Ottava; «Dema» fuori alla Sesta, Settima dove ci sarebbero problemi di parità di genere, e Ottava. «Ce simme Sfastriate» non partecipa in nessuna delle dieci Municipalità. «La Città» fuori alla Seconda e alla Decima, «Bene Comune» alla Seconda. Una mannaia vera e propria è calata su liste e candidati. Bisogna che si interroghino i filosofi del civismo e gli stregoni che vogliono reificare i partiti sulla sfrenata corsa alla presentazione di quantità industriali di liste che spesso sono solo riempitivi e inutili, come se aggiungerne tante alla coalizione fosse sinonimo di vittoria e invece a quanto pare è solo una strategia per alimentare caos e confusione.

Il Mattino

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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