Agguati di camorra, omicidi a sfondo passionale, crescita della delinquenza comune. In città è ormai allarme rosso e la paura tra i residenti è palpabile. Dopo l’uccisione di Enrico Pezzella, Capigliotto per gli amici, fatto fuori dall’ex suocero e da un suo complice, ieri l’ennesimo atto di spietata violenza, consumatosi con il duplice omicidio di via Unione Sovietica. L’ennesimo, inquietante segnale degli ultimi mesi. Un’escalation criminale, determinata talvolta da fattori interni e in altri casi esterni alla città, a cui i cittadini non erano abituati, nemmeno quando a dettare legge erano padrini del calibro di Lorenzo Nuvoletta o Giuseppe Polverino. E’ cresciuta (in maniera esponenziale), anche la delinquenza comune, soprattutto in materia di furti nelle abitazioni. I blitz e gli arresti non sono mancati, soprattutto sul versante del traffico di droga, eppure il clima è tutt’altro che sereno.

Gli equilibri sono saltati e ormai l’incertezza regna sovrana. Negli ultimi dodici, nell’ordine, hanno perso la vita, in circostanze anomale o causa di efferati agguati, Antonio Ruggiero (un caso di lupara bianca, consumatosi con ogni probabilità non a Marano), Antonio Pastella, ucciso al corso Europa e anch’egli legato al gruppo scissionista degli Amato-Pagano, Salvatore Vigna, alias Totore Pitbull, Enrico Pezzella, il 25 enne freddato lo scorso aprile e, infine, Giuseppe e Filippo Esposito, trucidati ieri all’interno della propria officina. Numeri da record, insomma.

Marano, città con oltre 60 mila abitanti nonché comune ad altissima densità criminale, attende ancora che si completi l’iter per l’istituzione della nuova Compagnia dei carabinieri. La struttura che dovrebbe ospitarli, finanziata con fondi europei e comunali, è già in fase avanzata di realizzazione, ma l’accordo tra il Comune e il Ministero degli Interni non è stato ancora ratificato.

Commenti