Cattiva gestione, infiltrazioni camorristiche o sudditanza psicologica? Ecco come stanno le cose al Comune di Marano. La Commissione d’accesso ha più di un’arma in mano

0
414 Visite

Da settimane, ovvero da quando è arrivata al Comune la commissione d’accesso agli atti, si discute se vi siano gli estremi per sciogliere il Comune per ingerenze della malavita organizzata o se i numerosi disastri dell’amministrazione Liccardo siano da addebitare alla mera (si fa per dire) incapacità degli amministratori in carica o alla sciatteria (nemmeno questa scusabile) con la quale si sono approcciati ad alcuni atti.

La risposta è che la commissione d’accesso inviata dalla prefettura di Napoli (nella foto) ha in realtà tutti gli strumenti per sciogliere il Comune, sia per i gravi errori compiuti sotto il profilo amministrativo sia per la evidente sudditanza psicologica dimostrata nei confronti di fatti, persone e atti che in qualche modo hanno un legame o una connessione con gli ambienti border line della città.

Questo scenario è avallato da una serie di vicende che, se analizzate con cura e nei minimi dettagli, non possono che far propendere per le ragioni dello scioglimento per camorra. E ciò non significa che il sindaco o che gli assessori o che i consiglieri siano diretta espressione della criminalità o che prendano ordini, ma significa semplicemente, banalmente che su alcuni situazioni anziché accelerare si è agito con il freno a mano tirato. Per quale motivo? Forse per non inimicarsi nessuno, forse per quieto vivere, forse perché non si è avuto il necessario coraggio.

Sta di fatto che le cose sono andate proprio nel modo che, al di là delle interpretazioni e dei convincimenti che ognuno può farsi, da tempo vi stiamo raccontando sul nostro portale.

Se pensiamo, ad esempio, alla storia del complesso residenziale del Galeota, non ancora acquisito al patrimonio comunale e su cui ora pende un ricorso al Consiglio di Stato (da qualche settimana, ma prima no), scopriamo che la società costruttrice di quegli immobili, alcuni dei quali acquistati e occupati da gente onesta e perbene, fa capo a una famiglia (Simeoli) in odor di camorra e che il legale di quella società (Scotto, tra l’altro genero del presidente del civico consesso Marra) da anni difende altri esponenti di una famiglia anch’essa finita nel mirino della Dda e ora in regime di carcerazione preventiva.

Se pensiamo invece alle aree pubbliche sottratte alla comunità (aree standard), scopriamo che ve ne sono alcune “requisite” da decenni da noti costruttori del territorio, di cui alcuni – anche in questo caso – in odor di malavita. Sono vicende annose, che risalgono alla notte dei tempi, eppure l’amministrazione Liccardo aveva l’opportunità di intervenire: l’opposizione infatti aveva presentato un’apposita proposta di delibera, ma il Consiglio la bocciò e la giunta la ripescò, successivamente, ma facendo slittare il tutto alle calende greche, ovvero a quando questa giunta non sarà più all’opera.

Se pensiamo invece alla palazzina di via Casalanno, che in parte ha murato un’ala del convento francescano, realizzata da una società accusata dai giudici di avere legami con il clan Polverino, scopriamo che c’è un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi emessa dal Comune e datata 2013, ma mai fatta rispettare.

Se pensiamo invece all’area Pip, già finita nel mirino dell’Antimafia, scopriamo che questa giunta in carica ha deciso di effettuare verifiche e controlli ai capannoni industriali soltanto una volta avviata l’inchiesta. Quali sono i soggetti protagonisti di questa vicenda? La famiglia Cesaro e, da quel che sta emergendo da qualche tempo, alcuni soggetti (tecnici, collaudatori e personaggi) anche in questo caso in odor di camorra.

Se pensiamo invece alla statua della Vergine di Vallesana e a tutta la storia propedeutica alla rimozione, non possiamo non pensare che i titolari della concessione amministrativa sia la ditta Eredi Cesarano, i cui titolari e fondatori sono finiti di recente nel mirino della Procura per la storia del Comune di Quarto.

Se pensiamo invece alla vicenda delle firme per mandare a casa Liccardo (vicenda risalente allo scorso dicembre), non possiamo non escludere che le forze di polizia abbiano intercettato qualche telefonata, magari tra qualche consigliere e qualche personaggio che, anche in questo caso, sarebbe in odor di malavita.

Se pensiamo invece alla storia del Giardino dei Cinque Sensi non possiamo non prendere atto del fatto che, tra una perdita di tempo e l’altra, il Comune ha perso la possibilità di completare l’opera così come previsto dal progetto iniziale e che anche in questo caso lo zampino ce l’ha messo, per via indiretta (ma solo per salvare la forma), un notissimo studio legale, noto anch’esso per aver difeso esponenti del territorio in odor di camorra.

Se pensiamo infine alla storia dell’asilo nido comunale da realizzare un’area confiscata alla camorra, con fondi regionali ma mai completato nonostante le decine di denunce mediatiche, non possiamo non prendere atto del fatto che anche in quel caso gli ex proprietari dei terreni siano personaggi che hanno o hanno avuto legami con la criminalità organizzata del luogo.

Capitolo a parte lo meriterebbero la vicende delle primarie del centrosinistra del 2013 (famiglie di camorra avrebbero aiutato un candidato), degli allacci abusivi dell’acqua (anche qui tante famiglie in odor di camorra ad usufruirne) e della mancata emissione (4 anni) dei canoni idrici.

A questi dati potremmo aggiungere, infine, quelli relativi alle parentele. Ma come avemmo già modo di scrivere qualche tempo fa, quello delle parentele scomode (diversi consiglieri ed ex assessori sono imparentati con famiglia in odor e pure di più di camorra) è un capitolo importante, che va ad inserirsi in un contesto generale di cose, ma che da solo non sarà determinante ai fini della scelta che dovrà compiere la commissione d’accesso.

Tutto torna, insomma, il puzzle è pressoché completato, sia che si opti per la cattiva gestione amministrativa sia che si propenda per la infiltrazione di natura criminale o sudditanza psicologica verso certi ambienti o persone.

 

 

© Copyright 2016 Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti