Indagini sul Comune di Marano, il viceprefetto Iorio sbarca in una città devastata dalla monnezza..

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Miglior biglietto da visita non poteva esserci per Gerlando Iorio, il viceprefetto a capo della triade commissariale inviata dal prefetto per fare luce sulle vicende amministrative del Comune. Iorio è arrivato stamani al Comune, attraversando una città alle prese con una gravissima emergenza rifiuti, dove nemmeno il monumento ai Caduti è stato risparmiato. Il viceprefetto, accompagnato dal tenente Francesco Tessitore, sta prendendo in esame (assieme al capitano De Lise e al tecnico Bruno) gli atti consegnati da dirigenti e funzionari e coordina le indagini sull’ente comunale e sulle presunte infiltrazioni o condizionamenti, diretti e indiretti della malavita organizzata, negli affari amministrativi.

Di seguito, nello specifico, le vicende su cui occorrerà fare maggiore chiarezza.

  1. Capitolo parentele. Di scomode ce n’è più di qualcuna, sia per il primo cittadino che per qualche ex assessore, ma anche per tre o quattro consiglieri. Qualche altro consigliere o amministratore, più che aver avuto benefici da parentele ingombranti, ha avuto e ha sponsor, familiari o padrini non sempre presentabili. Non rappresentano una colpa in sé, è evidente, ma sono fatti oggettivi di cui la commissione potrebbe tener conto.
  2. Il capannone abusivo di via Marano-Pianura, che ha impedito la realizzazione di un progetto europeo. Mai abbattuto, nonostante una vecchia ordinanza di rimozione. L’abusivo presentò ricorso al Tar ma non ha mai ottenuto la sospensiva. Perché non si è agito?
  3. Giardino dei cinque sensi. Mai sgomberati, terreni e casa, nemmeno quando non c’erano in itinere i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato.
  4. Giardino dei ciliegi. Pratiche che vengono da lontano, ma siamo di fronte ad espropri che, purché legittimi, vengono attribuiti anche a congiunti di consiglieri comunali in carica.
  5. Grande distribuzione commerciale. C’è un capannone a Città Giardino, una vecchia concessione comunale e ci sono specifiche richieste da parte dei privati. Privati che hanno perso il ricorso al Tar, ma la giunta, anche in Consiglio comunale, di recente fece capire che occorreva operare una variante e rendere quell’area idonea. Chi c’è dietro tutta questa vicenda?
  6. Scuola finanziata dalla Provincia. Persi fondi per 10 milioni di euro, perché per realizzare l’istituto occorreva costruire una strada di raccordo tra via Sconditi e la zona del centro Aktis. Occorreva espropriare alcuni terreni. Perché non è mai stato fatto?
  7. Rifiuti. Proroghe, 12 le proroghe concesse dalla giunta Liccardo alla Falzarano, la vecchia ditta che ha operato per anni a Marano. In teoria, anche se si stava espletando un bando di gara presso la Sua, si sarebbe potuto optare per altre procedure. Quali? Ordinanze sindacali per individuare una ditta diversa.
  8. Rimozione statua Vergine Vallesana. Il Comune è intervenuto con circa un anno di ritardo e solo dopo l’esplosione del caso mediatico. Perché? C’è stata qualche pressione o sudditanza psicologia?
  9. Canoni idrici. Non emessi per ben quattro anni di seguito. C’è stato un danno erariale per milioni di euro? Si può ipotizzare anche un falso in bilancio?
  10.  Lottizzazioni edilizie. C17, l’annullamento del piano attuativo è avvenuto nel novembre del 2015. Il Piano era stato approvato dal commissario ad acta nel febbraio del 2015. L’ente doveva rivolgersi al Tar, perché ha agito in autonomia e perso ben 9 mesi prima di prendere una decisione? C’era qualcuno (in giunta) che temporeggiava e che ha fatto perdere tempo prezioso? Ora l’ente deve sperare nel Consiglio di Stato perché a suo tempo non si è rivolto al Comune.
  11. Mercato ortofrutticolo e alloggi popolari. Molti non sono in regola con i versamenti al Comune, tantissimi, il 99 per cento, non ha il titolo per occupare gli alloggi.
  12. Compagnia dei carabinieri. Troppi traccheggiamenti, troppo “paraustielli” sulle storie delle spese per la manutenzione e per quella degli impianti. Il Comune doveva essere più risoluto, anche a costo di avere qualche richiamo dalla Corte dei Conti.
  13. Palazzina di via Casalanno, realizzata da una ditta schermo della famiglia Simeoli. C’è un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi, ma finora non è mai stata rispettata né tanto meno si è proceduto all’acquisizione del bene al patrimonio del Comune.
  14. Asilo nido piazzale dalla Chiesa da realizzare in un’area confiscata alla camorra. Altro scempio, fondi persi e struttura rimasta incompleta. Perché nessuno si è interessato alla vicenda, segnalata più volte dagli organi di stampa?
© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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