La pubblica amministrazione ha il dovere di comportarsi secondo diligenza, prudenza, lealtà, correttezza e imparzialità.
Ciò vuol dire che deve procedere alla riscossione delle multe derivanti dalla violazione del codice della strada ,( lo stesso di qualsiasi altra sanzione) rispettando i parametri indicati cioè deve chiederli solo se dovuti e deve stare attenta a che vengano notificati i relativi verbali.
Pertanto, quando arriva la tanto temuta cartella di equitalia bisogna recarsi ( o scrivere se l amministrazione è lontana ha il dovere di rispondere mandando i propri documenti di riconoscimento) presso il comune di riferimento alla polizia locale e chiedere la copia della notifica del verbale.
Bisogna stare attenti perché non basta la dimostrazione di averla spedita ci vuole la prova della consegna . Se il verbale non è stato recapitato e se è stato depositato presso il comune è necessario che il portalettere invii una seconda raccomandata con la quale si avverte il destinatario che è stata effettuata questa operazione.
Quindi attenzione per la regolarità della notifica in questi casi è necessaria la doppia ricevuta da parte del comune e se non c’è si deve fare ricorso alla cartella esattoriale di equitalia o all’avviso del comune per contestare la regolarità della notifica.
Il ricorso si presenta al giudice di pace della residenza oppure alla commissione tributaria quando si tratta di tributi ( tarsu ici ecc).
Per il canone acqua è altro discorso poiché come stabilito non si tratta di tributi e si deve contestare in base ai consumi poiché il comune ha l’obbligo di effettuare un controllo dei consumi ogni anno e se non avviene può essere contestato fino ad arrivare all’annullamento delle cartelle inviate.
In primo luogo il cittadino ha il potere di contestare in via di autotutela ciò presentando una contestazione al comune ed il dirigente del settore ha il dovere di esaminare la richiesta poiché la Pubblica Amministrazione nell’esercizio del potere di autotutela può e deve eliminare il provvedimento impugnato se lo ritiene nullo ed emettere ogni atto idoneo ad evitare aggravi ed ulteriori spese ed oneri all’ente e ne risponde anche difronte allo stato alla corte dei conti.
La cartella esattoriale così emessa deve essere contestata in termini precisi ( trenta giorni) altrimenti si ha per accettata e neppure si può pagare e poi contestarla.
Ebbene quindi il consiglio e di stare bene attenti a quanto dichiarato dai comuni che spesso dichiarano date senza poi avere la corrispondenza di quanto dichiarato.
Rivolgersi ad esperti del settore e farsi consigliare sul da farsi perché una contestazione inutile ovvero solo per “prendere tempo” oggi non sempre ha effetto poiché ui modersi sistemi di conservazione degli atti e di comunicazione tra gli enti permette una fedele ricostruzione e si rischia anche di essere condannati al pagamento delle spese,
Perciò si deve contestare ogni illegittimità ed ogni comportamento di lassismo e di mancanza di correttezza dell’ente ma deve pagarsi ogni cifra dovuta e non prescritta.
La prescrizione significa che l’ente perde il diritto di riscuotere ed è stabilita dalla legge per ogni tributo, Ad esempio i verbali codice della strada cinque anni; il canone acqua e l’ici cinque anni, la tassa automobilistica tre anni oltre quello in corso.
Salvatore Nasti, presidente unione nazionale consumatori comitato Marano napoli Nord www.consumatorimarano.it
© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews