Sexcetera, l’angolo della dott.ssa Rossetti. Il cuore che ragiona: le basi neurobiologiche della sessualità umana

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Seguitemi in questo bellissimo viaggio. Uno dei campi più affascinanti della sessuologia medica riguarda le basi neurobiologiche della funzionalità sessuale. Mentre la sessualità animale è modulata dai cicli di fertilità, nell’essere umano aspetti naturali (istinto) e razionali (cervello) sono strettamente connessi e interdipendenti.

La funzione sessuale impegna molte strutture encefaliche collegate di cui descriverò solo le essenziali.

L’ipotalamo è l’area dove risiedono gli istinti.

Esso regola meccanismi indispensabili per la sopravvivenza come fame, sete, sonno, veglia, temperatura corporea, equilibri chimici e emozioni. Le emozioni e i comportamenti vitali innescati dai rilevatori di bisogno ipotalamici sono quattro: 1) i bisogni/desideri essenziali (cibo, acqua, sesso, riparo) che innescano comportamenti di ricerca; 2) la collera/rabbia (dovuta alla frustrazione di bisogni) che scatena comportamenti aggressivi; 3) l’ansia/paura che mette in moto comportamenti di fuga; 4) il panico che attiva comportamenti di ricerca di contatto fisico ed emotivo.

Subito sopra all’ipotalamo ci sta il talamo che regola i movimenti riflessi.

Con la risonanza magnetica ad alta risoluzione, si è visto che tutte le sensazioni che il nostro corpo percepisce arrivano al talamo, che ne fa una prima elaborazione e se è necessaria una risposta rapida, invia i risultati direttamente all’amigdala, prima di passare per la mente razionale della corteccia. L’amigdala, situata nel lobo parietale, rappresenta un centro per la mediazione delle emozioni, come la paura. Il percorso diretto consente di rispondere a stimoli potenzialmente pericolosi, prima ancora di sapere cosa siano. Pertanto, in questa maniera il talamo interviene nella regolazione dei movimenti riflessi: per esempio, se tocco un ferro rovente e mi scotto il messaggio, attraverso i nervi, raggiunge il talamo da dove può partire il comando per la mia mano di ritrarsi.

Ipotalamo e talamo rappresentano la vita vegetativa, essenziale per la sopravvivenza, che gode di una protezione eccezionale e difficilmente si danneggia anche quando il resto del cervello è compromesso.

Sopra il talamo c’è il fornice, composto di sostanza bianca, la cui forma ricorda un archetto poggiato su quattro pilastri.

Quindi sotto il fornice è collocata la vita vegetativa, che è innata e determina reazioni uguali (istinti e i riflessi) in ogni mammifero.

Sopra il fornice c’è il telencefalo, a cui le aree della vita vegetativa sono collegate, tramite fibre nervose. Pertanto  tutti i messaggi elaborati dal talamo vanno sempre, anche alle aree superiori della corteccia: il telencefalo.

Nel telencefalo, con le sue circonvoluzioni, si origina tutto ciò per cui gli essere umani sono diversi tra loro.

La distribuzione delle aree corticali sensitive e motorie primarie del telencefalo ci consente di rappresentare graficamente le funzioni umane come due omuncoli capovolti separati da una scissura, detta di Rolando: l’omuncolo sensitivo e l’omuncolo motorio.

Questi due omuncoli, tra loro collegati, ricevono impulsi e mandano comandi a tutti i muscoli del corpo tramite fibre nervose.

Questi impulsi non portano solo informazioni di lavoro ma s’imprimono pure nella materia grigia, attraverso circuiti e sistemi di elaborazione complessi, per cui quando si ripeteranno saranno riconosciuti: questa è la memoria. Quindi se rivediamo quel ferro rovente non lo tocchiamo più, perché ricordiamo la sensazione dolorosa.

Non pensate però che l’esperienza memorizzata ci impedisca di cambiare comportamento. Esistono fibre associative che, mettendo in rapporto i ricordi precedenti con la nuova esperienza, danno sempre la possibilità di trarre nuove deduzioni.

Riprendendo l’esempio del ferro rovente se io, pur avendo deciso di non toccarlo più, per errore lo sfioro e non mi scotto più, allora vado in crisi e chiamo in aiuto altri sensi per potermi spiegare questa cosa. Pertanto lo osservo e mi accorgo che il ferro non è più rosso, come quando mi scottavo ma grigio.  Deduco pertanto che quando è rosso non lo tocco ma quando è grigio lo posso toccare: questa si chiama intelligenza, che non è una facoltà solo umana. Il pensiero invece, attività che coinvolge tutta la corteccia, è specificamente umano e pare che  l’area principale sia nel lobo frontale e prefrontale.

La specie umana si distingue dai primati principalmente per lo speciale sviluppo del lobo frontale.

Ora, la componente istintuale del desiderio, la voglia fisica, viene attivata da rilevatori di bisogno situati nell’ipotalamo, che ricevono le informazioni dai genitali e organi di senso (vista, olfatto, tatto) e da lì risalgono alla corteccia cerebrale: la centrale della sessualità sta proprio nei lobi frontali.

Pertanto l’uomo come tutti gli animali ha l’istinto all’accoppiamento ma il lobo frontale svolge un’azione di controllo, prevalentemente inibitoria, sugli istinti sessuali. L’essere umano sarebbe quindi caratterizzato da una maggiore capacità d’inibire i propri impulsi, nello specifico quelli sessuali, per rendere i propri comportamenti socialmente più appropriati. Una capacità più o meno implementata dall’educazione che ancora in troppe culture è diversa nei due sessi. Ecco perché ho scritto il nostro è un cuore che ragiona sempre, anche quando sembra non ragioni, perché nell’essere umano sano, l’istinto sessuale non è mai qualcosa che ci sovrasta.

Consideriamo un altro istinto che ci fa capire meglio il concetto di volontà dell’essere umano: la fame.

Ipotizziamo di imprigionare due coppie di padre e figlio, due leoni e due esseri uomini, in due gabbie diverse. Ipotizziamo di lasciarli digiuni per un certo numero di giorni: dieci, venti, fino ai limiti della resistenza. Poi buttiamo nelle due gabbie un pezzo di carne. Cosa succederà? I due leoni si sbraneranno per accaparrarsi il pezzo di carne. Qui è istinto allo stato puro, è in gioco la sopravvivenza, ovvio! Ma i due uomini? Potrebbero sbranarsi lo stesso, oppure? Il padre potrebbe favorire il figlio, il figlio potrebbe favorire il padre o potrebbero dividersi il pezzo di carne ma in ogni caso la zona sotto il talamo verrà controllata dalla zona sopra il talamo e in particolare dai lobi frontali dove risiede la volontà e la libertà di scelta.

Dott.ssa Maria Rossetti, sessuologa e ginecologa

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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