Il cimitero di Marano, le proteste degli operatori comunali e quelle cose (tante) non in regola

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C’è una categoria di lavoratori al Comune di Marano che sembra appartenere a una categoria diversa dalle altre. Sono per certi versi i figli di un dio minore i dieci operatori cimiteriali che, con svariate mansioni, operano all’interno degli spazi comunali. Bistrattati o ignorati per quel che concerne lo straordinario, costretti ad operare in condizioni igienico-sanitario non proprio delle più consone e senza i necessari strumenti, locali e vestiario.

Le problematiche sono perlopiù note agli addetti ai lavori, ma non al grande pubblico. I dieci lamentano il mancato pagamento degli straordinari, dovuto quando occorre aprire i cancelli e il deposito del cimitero negli orari post chiusura. Lamentano l’esiguità delle risorse, le pessime condizioni dei locali, la scarsa manutenzione degli spazi cimiteriali, le modalità di trasporto delle bare. Arcinota anche la questione delle esumazione, delle successive pulizie delle bare e dei resti mortali quasi sempre effettuate all’aperto e non in appositi locali. I rischi di carattere sanitario sono noti, ma nessuno interviene. Le operazioni di pulizia vengono effettuate con la semplice acqua. Niente disinfettante, candeggina o quant’altro.

Il distretto sanitario di Marano dorme e anche le forze dell’ordine, che ben conoscono la situazione, fanno ben poco per sollecitare l’ente preposto (il Comune) a fare di più e a garantire maggiore salubrità dei luoghi. Non escludono i dieci, tra cui due custodi, di incrociare le braccia se la musica non cambierà.

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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