Elezioni sì, elezioni no, scioglimento sì, scioglimento no. Il dubbio e il caos la fanno da padroni a Giugliano, città in cui si dovrebbe andare al voto il prossimo 26 maggio. Si dovrebbe poiché l’ente cittadino è sotto una spada di Damocle, quella della prefettura che – dopo le dimissioni del sindaco Nicola Pirozzi – ha inviato una commissione d’accesso agli atti per valutare possibili ingerenze della camorra nella sfera politica e amministrativa.
Dubbi e perplessità, e giusti timori, albergano nelle menti dei possibili candidati. In tanti, sapendo che il Comune potrebbe essere comunque sciolto, ci pensano dieci, cento, mille volte prima di annunciare candidature o mettere le mani al portafoglio per dare vita a una dispendiosa campagna elettorale.
L’impasse si trascina da settimane e i colloqui, gli incontri tra i partiti e movimenti non decollano. A destra, FdI tenta, forse, di ripetere lo “schema Marano”, quello del rendere difficile ogni accordo. I meloniani si sarebbero imputati su alcuni candidati: Iovinella e Bifaro su tutti, e sull’ex sindaco Pianese, che però ha già spiegato di non essere interessato. Sui primi due nomi non c’è convergenza nel centrodestra. E’ un tira e molla, un braccio di ferro già visto a Marano due anni, dove alla fine FdI ha candidato un avvocato semi sconosciuto, in una corsa in solitudine e perdente, mentre un’altra parte dei Fratelli ha addirittura sostenuto il candidato sindaco del Pd Matteo Morra. Il principale partito italiano, insomma, ha fatto da spettatore alle elezioni e consentito, dall’altro lato, attraverso suoi ormai ex esponenti di far vincere un sindaco non comunista ma di più, per cultura e modo di fare. Roba che avrebbe dovuto fare il giro d’Italia e che, invece, purtroppo, per la sciatteria di alcuni, è rimasta confinata nelle pagine locali dei media.
Nel centrodestra, vista la situazione di impasse, sta balenando l’idea di lavorare a una coalizione moderata e centrista che possa tenere dentro anche Azione e Italia Viva. Udc, Forza Italia, Azione e Italia Viva, più qualche civica, tenendo ai margini i meloniani. Una buona idea, sulla carta, ma difficile da concretizzare per la mancanza di papabili sindaci di una certa struttura e peso.
A sinistra, Nicola Pirozzi, l’ex sindaco, non ha incassato il via libera del Pd, perché il partito sa perfettamente che una sua ricandidatura equivarrebbe a uno scioglimento certo. Ora sono tornati in auge vecchi nomi: Pasquale Parisi e Francesco Taglialatela, quest’ultimo da sempre vicino a Lello Topo. Due nomi alquanto stantii e che di certo non fanno impazzire quell’elettorato. Giovanna Palma potrebbe essere l’alternativa ai due.
Il M5s, che sul piano locale (inteso come provincia di Napoli), spesso combina disastri, alla fine si accoderà alla coalizione con il Pd o, nella peggiore delle ipotesi, presenterà un candidato che andrà a fare il consigliere comunale.
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