Violenza sulle donne, i numeri dell’emergenza: 463 nuovi casi nel 2024

0
462 Visite
COMUNICATO STAMPA
Sono state 463 le nuove richieste di aiuto giunte lo scorso anno alla Rete dei Centri Antiviolenza del Comune di Napoli, a testimonianza di come il fenomeno della violenza sulle donne resti una vera e propria emergenza. I dati raccolti nel 2024 dalle strutture che operano sul territorio sono stati analizzati e raccolti in un dossier presentato questa mattina all’assessora alle Pari opportunità Emanuela Ferrante, dalla coordinatrice della ricerca Elvira Reale e da Rosa di Matteo, di Arcidonna Napoli.
Quello che le cifre sintetizzano è un problema trasversale: rispetto ai contesti sociali, economici e culturali. Casi di violenza si registrano in tutte le Municipalità in maniera quasi uniforme (dai 33 della Prima ai 56 della Quinta) con le eccezioni della Settima e dell’Ottava (rispettivamente 9 e 7 casi). Quattrocento persone seguite sono italiane, altre 16 provengono da Paesi europei, 47 da Paesi extraeuropei. Tra le vittime figurano sia donne coniugate (169) che nubili (184), sia lavoratrici con occupazione stabile o saltuaria (232) che non occupate (169), ma anche casalinghe (21), studentesse (27) e pensionate (10). La maggior parte (301) ha un diploma o una laurea. La fascia di età in cui si registra il maggior numero di casi (193) è quella che va dai 40 ai 49 anni, ma non mancano segnalazioni di minorenni (2) e di donne ultra 69enni (17). Molte vittime (193) si sono rivolte spontaneamente ai Centri antiviolenza, gli altri casi sono stati segnalati, tra l’altro, dai pronto soccorso o dalle forze dell’ordine.
Andando ad analizzare l’ambiente in cui si sono consumati i casi di violenza e la tipologia di violenza subita, emerge che gli aggressori sono soprattutto coniugi e partner conviventi (163), partner non conviventi (40), ex coniugi o ex partner conviventi (76) ed ex partner non conviventi (102). Altri 24 casi sono riconducibili comunque all’ambiente familiare. Molto spesso le violenze si consumano davanti agli occhi dei figli. Quattro, infine, i casi segnalati in cui l’aggressore è il datore di lavoro. Da quasi tutte le storie delle vittime emerge come la violenza psicologica (422 casi) sia una costante, sovrapponendosi quasi sempre ad altri tipi di violenza: fisica (326 casi), economica (227 casi), sessuale (121 casi considerando anche le molestie) o di tipo persecutorio (138 casi). Tre i casi di mobbing.
“La casistica – ha affermato l’assessora Ferrante – ci dice che non ci sono quartieri in cui la violenza attecchisce più che in altri. Il dato più preoccupante è che sta diminuendo l’età delle donne che accedono ai Centri antiviolenza: ci sono sempre più ragazze dai 18 ai 25 anni che si rivolgono alle nostre strutture. Questo vuol dire che la violenza sta diventando una forma frequente di gestione dei rapporti di coppia. Oggi abbiamo gli strumenti per intercettare i casi di violenza, ma dobbiamo anticipare il nostro intervento agendo prima che si verifichino, con azioni sul piano culturale. Bisogna partire dalle scuole. Ai ragazzi che vivono sui social, scollegati dalla realtà, occorre indicare come avere cura delle relazioni”.
In allegato i grafici dei dati raccolti dai Centri Antiviolenza
© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti