Marano: la questione “ancelle”, la nota di tre consigliere e la replica del direttore

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E’ la Treccani, non certo noi, a fare chiarezza su uno dei significati del termine ancelle. Ovvero: “Come espressione di devozione a Dio, la parola è stata spesso usata in denominazioni di congregazioni e istituti religiosi femminili: ancelle del Bambino Gesùancelle della carità, ecc”.

Dunque, quando noi scriviamo che ci sono delle ancelle accanto al sindaco, non significa che esse siano serve o persone di secondo piano o ordine, bensì persone che hanno una devozione o dedizione verso il primo cittadino o il Comune. Quindi non si tratta di misoginia, per nulla, ma di ben altro. Purtroppo l’italiano non è una lingua di facile comprensione, soprattutto per coloro che fanno del politically correct (o che hanno la coda di paglia) il loro pane quotidiano. Vorrebbero imbrigliare tutti, anche nel linguaggio, ma noi ci sorridiamo su. Le ancelle sono anche coloro che hanno una dedizione o devozione particolare per qualche personaggio, come chiarito anche dalla Treccani.

Di seguito il comunicato di tre consigliere che, non si sa per quale motivo, si sentono chiamate in causa o sminuite.

Nota del direttore di Terranostranews

Come donne e rappresenti delle istituzioni, la definizione di “ancella” suscita in noi riflessioni profonde e contrastanti. Storicamente, il termine richiama l’immagine di una figura subalterna, relegata al ruolo di supporto o servitù, spesso priva di autonomia o diritto di parola. Questo è un riflesso di un passato in cui le donne erano frequentemente confinate a ruoli di subordinazione. Oggi, tuttavia, riteniamo che sia fondamentale rifiutare ogni associazione con concetti che sminuiscono la dignità e il valore delle persone, indipendentemente dal contesto o dal genere.
Ciascuna di noi si impegna quotidianamente per promuovere una visione del diritto e della società che riconosca e valorizzi la parità, garantendo a tutti la possibilità di essere non ‘ancelle’, ma protagonisti delle proprie vite. Prendiamo le distanze da un  dibattito politico caratterizzato da MISOGINIA e toni che promuovono odio e livore. Il diritto al dissenso è il sale della democrazia, le offese, la svalutazione, la derisione appartengono ad altro che nulla hanno a che fare con il diritto di critica e di denuncia.
Consigliere Teresa Aria, Stefania Fanelli e Barbara Schiattarella
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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