Nicola Gratteri è tornato ad alzare la voce: bisogna abbattere gli edifici abusivi nei comuni della zona rossa per evitare ogni tipo di rischio legato al fenomeno sismico. E ripristinare la legalità nei territori dove per anni l’abusivismo e la cementificazione selvaggia l’hanno fatta da padrona. Allora ecco che ad ogni sindaco dei quattro comuni dei Campi Flegrei e delle isole di Ischia e Procida è stato consegnato un dossier con tutti gli abbattimenti da mettere in atto nel territorio di propria competenza.
In totale sono 60 gli immobili da demolire «urgentemente», i primi di una lunga lista che ne conta diverse centinaia. La maggior parte si trova nei comuni dell’isola di Ischia, in particolare a Barano. Seguono poi i comuni dell’area flegrea: a Pozzuoli, epicentro del fenomeno sismico, nel mirino della Procura sono finite due abitazioni abusive che si trovano in località Cigliano e via Campana, zone periferiche e pericolose per la presenza di costoni tufacei. Per entrambe le operazioni di demolizione saranno portate al termine entro il prossimo mese. Più numerosi invece sono gli abusi da abbattere a Quarto, dove le aree maggiormente interessate sorgono ai confini con il comune di Marano e con Pianura, e a Monte di Procida, comune interessato da un forte rischio idrogeologico colpito negli ultimi mesi da una serie di frane lungo tutto il costone che affaccia sul mare.
Abusivismo a Pozzuoli, il vertice
Gli interventi di demolizione da mettere in atto a partire dai prossimi giorni rientrano nel protocollo d’intesa firmato a luglio da Procura di Napoli, Regione e i sindaci dei comuni dell’intera area flegrea. In quell’occasione il procuratore Nicola Gratteri, accompagnato da tre sostituti, davanti anche al governatore Vincenzo De Luca, fu categorico e inflessibile sulla necessità di abbattere i sessanta edifici abusivi, respingendo ogni tipo di perplessità arrivata soprattutto dai sindaci delle isole in merito alle conseguenze di natura sociale che avrebbero provocato gli abbattimenti. È troppo alto il rischio legato al fenomeno sismico ed urlano ancora giustizia le vittime dell’alluvione che due anni fa devastò l’Isola di Ischia.