Campania, i primi nati nel 2023: Giorgia e i gemelli al Cardarelli

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Quattro minuti sono bastati a Giorgia – dopo la mezzanotte – per conquistare un ruolo da protagonista. La bimba pesa due chili e 530 grammi ed è il simbolo della speranza targata 2023: della vita che continua.

La piccola è venuta alla luce, il primo gennaio, in una notte lunghissima, festeggiata con altri due fiocchi rosa nella clinica Malzoni: «Raquel, nata sempre con parto naturale nella prima ora del 2023, tre chili e venti grammi, e Mariacarmela, taglio cesareo, di urgenza, a 37 settimane, 2 chili e 110 grammi», spiega il ginecologo Gian Marco Miele.

Gaia e Francesca Marie sono invece coccolate al San Pio di Benevento. La prima, di  2,765 chili, vagito subito dopo il brindisi, è la terzogenita. Un’altra femminuccia è al Sacro Cuore di Gesù Fatebenfratelli nel Sannio. E tre bambini restano nella pancia delle mamme al Cardarelli. «Una paziente che ha la polmonite e un’altra, diabetica, sono sotto monitoraggio costante: da noi convergono emergenze, parti prematuri, a rischio emorragico e con gravi patologie materne», dice il direttore di ginecologia e ostetrica Claudio Santangelo, che sottolinea, a proposito delle gravidanze complesse, dovute anche alla età che avanza, l’importanza di affidarsi a un’équipe in grado di fronteggiare qualsiasi tipo di complicanze. Gli imprevisti e, purtroppo, i lutti, hanno segnato il 2022, e anche la sua struttura, che accoglie ogni settimana donne in arrivo da cliniche e centri di tutta la regione.

Questo perché i punti nascita più sicuri sono quelli attrezzati con la rianimazione e la terapia terapia intensiva neontatale. Con un numero alto di parti, meglio se naturali. Mille, secondo le linee guida. Soglia raggiunta da pochissimi in Campania, tra cui i Policlinici, e non nei presidi dell’Asl di Napoli che si fermano a 424 nati (Ospedale del Mare), 305 (ma da maggio, al San Giovanni Bosco, nei mesi precedenti convertito in Covid hospial), 380 (San Paolo); mentre Frattaminore con il responsabile 41enne Pasquale Gallo, di ritorno da esperienze in Australia e Gran Bretagna, ha avuto un drastico calo di tagli cesarei (solo il 16 per cento), e un aumento vertiginoso di parto-analgesie (oltre il 40 per cento nel 2022), a giudicare dalle testimonianze raccolte tra le gestanti, non ovunque garantite (soprattutto se non si opta per l’intramoenia) con la motivazione che gli anestesisti sono insufficienti per fronteggiare le richieste. Ecco che ritornano i problemi nella sanità, in una realtà spesso a pagamento, per necessità e cultura, al momento del parto o già prima, per la fecondazione assistita, trasformando così il fiocco rosa o azzurro in un affare (per il medico) e un salasso (per le famiglie).

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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