Napoli: traffico impazzito in piazza Medaglie d’Oro. La chiusura di via Orsi la goccia che ha fatto traboccare il vaso

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 ” La chiusura di via Orsi, per consentire di accelerare le opere di puntellamento al fabbricato sgomberato al civico, 18, ha subito avuto ripercussioni ampiamente negative sul traffico di piazza Medaglie d’Oro e sulle tutte le strade che s’immettono in essa. Già da questo pomeriggio uno strombazzamento di clacson sta invadendo le numerose abitazioni presenti in zona, aggravato dalle sirene delle ambulanze che devono raggiungere il vicino pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono “. A segnalare la gravità della situazione è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero

 ” Un traffico che si va estendendo, man mano che passa il tempo, anche verso la zona di piazza degli Artisti e dello stadio Collana e verso la parte alta dell’Arenella, a partire da piazza Muzii – puntualizza Capodanno -. Una situazione destinata ad aggravarsi in serata, quando chiuderanno le attività commerciali, con la speranza che via Orsi venga riaperta, almeno al traffico leggero, in tempi rapidi, visto che la mattina, specialmente da quando quindici giorni fa è stata chiusa la funicolare di Chiaia, il traffico in zona, già dalle prime ore della giornata, è diventato infernale “.

 ” Intanto si sta creando una sorta di psicosi, dopo gli eventi che hanno caratterizzato lo sgombero del fabbricato in via Orsi – sottolinea Capodanno -. La verità è che la maggior parte dei fabbricati in zona sono stati costruiti circa 70 anni fa, subito dopo la seconda guerra mondiale, con i ben noti problemi costruttivi presenti all’epoca, impiegando materiali poveri con presumibili ricedute, nel tempo, sulla stabilità degli edifici stessi. Si tratta per lo più di fabbricati in tufo o a struttura mista con elementi in cemento armato sui cui terrazzi sovente sono state realizzate nuove costruzioni “.

 ” In uno degli edifici in questione – ricorda Capodanno – anni addietro si manifestò uno schiacciamento ai pieni bassi.  L’intervento del tecnico chiamato dal condominio, rivelò che la malta tra le pietre non esisteva più, essendosi completamente sfarinata. Bisognò procedere con il classico cuci e scusi e con pareti in cemento per consolidare la statica del fabbricato “.

 ” Certo – conclude Capodanno – se invece di rispolverarlo solo in queste occasioni, si fosse dato da tempo corso all’obbligo di far redigere il “fascicolo del fabbricato” per tutti gli edifici pubblici e privati, presumibilmente molte di queste situazioni sarebbero potute venire alla luce, con interventi mirati e immediati. Si tratta infatti di una vera e propria carta d’identità storica del singolo fabbricato, nella quale sono contenute tutte le informazioni relative allo stato di agibilità e di sicurezza di un immobile, sotto il profilo della stabilità, dell’impiantistica e della manutenzione “.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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