E’ un altro scandalo di dimensioni ciclopiche, uno dei tanti che hanno investito la città di Marano e il suo strampalato e allucinante Comune. Sui beni confiscati alla camorra i misteri non finiscono mai e oggi accade che il Comune di Marano si accorga – a 14 anni dall’atto di trasferimento da parte dell’Agenzia del Demanio – di essere proprietaria di un importantissimo immobile. E’ quello che per anni ha ospitato gli uffici della Sime Costruzioni, la società immobiliare fondata dalla famiglia Simeoli, simbolo per anni del potere economico cittadino.
L’ente comunale, spulciando (un po’ a caso) nelle carte si è resa conto che in quel bene nessuno aveva mai messo piede. Era confiscato e consegnato al municipio dall’anno 2008, ma fino ad oggi nulla era stato fatto. Nemmeno un accesso da parte di politici, tecnici, dirigenti e quant’altro. Sono due i piani di proprietà del Comune (all’interno dei locali tutto è rimasto come all’atto del sequestro eseguito da carabinieri e Gico della Guardia di Finanza, quadri e foto comprese). Ora il comandante Luigi Maiello, che ha seguito le operazioni e che ora dovrebbe avviare un’indagine per venire a capo dell’ennesimo mistero, ha deciso di dirottare in quegli uffici (una parte) il comparto dell’antiabusivismo dei vigili urbani. Poi si valuterà la destinazione definitiva dell’immobile, che secondo quanto precisato da una nota del prefetto di 13 anni fa deve essere utilizzato come sede di uffici comunali. Avverrà mai tutto questo? Noi ce lo auguriamo, ma quando si parla di Marano è sempre meglio andarci cauti.
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