Processo Bertini-Cesaro-Simeoli: il capo dei Ros in aula parla di Sgariglia, Iacolare e Santelia

0
2.410 Visite

Il processo che vede imputati l’ex sindaco Mauro Bertini, gli imprenditori Angelo Simeoli, i fratelli Aniello e Raffaele Cesaro nonché l’ex consigliere comunale Dino Pellecchia (ipotesi di reato già prescritta) è proseguito con l’escussione, ieri, del teste Salvatore Sferlazza, a lungo vicecomandante dei Ros di Napoli.

L’ufficiale dell’Arma ha riferito in merito alle indagini eseguite sul Pip e sull’ex sindaco Bertini, per i suoi contatti e legami con Angelo Simeoli, anche in riferimento alle tangenti che avrebbe ottenuto. Tangenti versate (e ammesse) dai Cesaro e dallo stesso Simeoli Angelo, che al pm Di Mauro ha evidenziato di aver monetizzato gli assegni dei Cesaro e di aver dato i soldi a Bertini.

Sferlazza ha confermato che le prime indagini e accessi al Comune di Marano avvennero nel 2016. Bertini fu ascoltato dagli inquirenti in quel periodo almeno in un paio di occasioni. In quelle occasioni furono toccati diversi aspetti: il ruolo di Angelo Simeoli, la figura dell’ex assessore Biagio Sgariglia, a lungo fedelissimo di Bertini nonché assessore per un periodo anche della giunta Perrotta.

Bertini, ha riferito Sferlazza, insisteva sul fatto che Sgariglia (non indagato, ndr) fosse un collante tra il Comune di Marano e la camorra. In riferimento all’operato di Armando Santelia, invece, Sferlazza ha confermato che il documento (atti di gara Pip Marano) fu falsificato dall’ex dirigente comunale, più volte indagato e sempre assolto per prescrizione.

L’avvocato Maiello, difensore dei Cesaro, ha sollecitato Sferlazza sulla questione delle tangenti pagate dai Cesaro a Bertini, fatti che emergerebbero da alcune intercettazioni e dal ritrovamento di alcuni assegni. Il legale ha chiesto il motivo per cui non furono fatte indagini ad hoc sull’ex sindaco e l’ufficiale ha ribadito che optò per quella scelta per non appesantire un’indagine già di per sé ampia e complessa, poiché si trattava di recuperare atti e fare luce su vicende che risalivano a molti anni addietro.

Con riferimento ai rapporti tra Mauro Bertini e Biagio Iacolare (non imputato, ndr), il teste ha confermato che nel 2009 i Cesaro furono avvicinati dall’ex consigliere regionale che avrebbe ricordato loro di pagare la seconda tranche della tangente. I Cesaro hanno infatti sostenuto di aver pagato sia Bertini che Iacolare, per ottenere lo sblocco di alcuni stati di avanzamento dei lavori del Pip e non subire attacchi dalla parte politica. Si ricorderà che in quegli anni, l’ex sindaco Bertini, allora consigliere comunale di minoranza, era molto attivo sul tema Pip: fu autore anche di un famoso manifesto che prendeva di mira il dirigente dell’area tecnica Gennaro Pitocchi, all’epoca in servizio a Marano.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti