Marano, sta per chiudersi l’anno più brutto della storia della città. Comune sciolto per la quarta volta, problemi a non finire e commissari poco reattivi

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L’annus horribilis per il Comune di Marano sta per andare in archivio. Un anno di disastri inenarrabili: l’ente cittadino sciolto per mafia per la quarta volta, a corto di soldi e personale, amministrato male (sotto la gestione Visconti) e quasi peggio dai commissari insediatisi circa 7 mesi fa. In 200 giorni, eccezion fatta per il bilancio, poco o nulla è stato fatto. E ci riferiamo ai grandi temi e a quelli piccoli. Il compito è gravoso, certo, ma da questa triade ci si aspettava qualcosa in più.

  1. Gli impianti idrici sono perennemente in tilt e ad oggi non è stata individuata una soluzione. Si sprecano risorse (acqua) e soldi.
  2. La condizione delle strade e delle perdite idriche è sotto gli occhi di tutti. Da qualche giorno per le strade gira una ditta per le manutenzioni, ma è pochissima roba dinanzi a un mare di problematiche.
  3. La pubblica illuminazione è un altro caso e bisognerà attendere la fine di gennaio, forse, affinché il Comune possa individuare una ditta che ne curi la manutenzione.
  4. Il comando vigili è allo sbando, fiaccato da addii, trasferimenti e pensionamenti. Oggi si insedia il sovraordinato Maiello, al quale sarà chiesto essenzialmente di fare soldi attraverso concessioni edilizie (mai pagate) e allacci idrici abusivi. Non ha però la manodopera sufficiente per fare tutto ciò.
  5. L’ufficio tecnico è nelle mani di due uomini: Gianni Napoli e Massimo Squarzoni. Il cimitero necessita di interventi, ma campa cavallo.

Nel comune sciolto per camorra, inoltre, tanti temi restano in sospeso: il Comune non si è costituito in giudizio in almeno 40 casi. Casi di abusi edilizi e tanto altro. E’ grave, gravissimo. Nulla è stato fatto, in sette mesi, per gli sversamenti illegali nell’alveo dei Camaldoli (i controlli sono fermi a 8-9 mesi fa) e nulla si è visto sul fronte delle ordinanze di demolizione di abusi da trasformare in chiusure di attività. Nulla, finora, nemmeno sui ladri d’acqua potabile e nulla sullo stadio comunale, miseramente chiuso da mesi. La legalità da ripristinare, insomma, sembra un concetto poco interessante per qualcuno.

Lo scioglimento del Comune era un atto sacrosanto, ribadito anche dal Tar e dal Consiglio di Stato, ma con questi commissari nessun passo in avanti (ad oggi) è stato fatto.

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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