Marano, area Pip: il Comune perde in tribunale contro la società dei Cesaro in regime di curatela. “La concessione non poteva essere revocata”

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Mezza volta che il Comune di Marano fa una cosa buona viene pure sconfessato da un giudice, nello specifico un giudice del tribunale Napoli nord. Nella giornata di oggi si è avuta notizia dell’ordinanza del giudice seconda sezione civile che ha accolto il ricorso della società Iniziative industriali, di proprietà della famiglia Cesaro ma da anni in regime di curatela giudiziaria. La società, in relazione all’area Pip, aveva contestato la revoca contrattuale eseguita unilateralmente dal Comune di Marano e, nel contempo, diffidato l’ente cittadino a richiedere e percepire i canoni di affitto dei capannoni. Con quella revoca, seppur unilaterale, il Comune era diventato esclusivo titolare delle aree e degli stand in fitto.

La revoca della concessione, dettata dalle inadempienze contrattuali rilevate dal Comune, era stata cristallizzata nel 2018, durante la gestione commissariale. Nel corso dei successivi due anni, il Comune di Marano non aveva però mai formalmente diffidato gli affittuari dei capannoni, che in pratica continuavano a versare un canone alla summenzionata società.

Solo di recente, dopo l’arrivo della commissione d’accesso agli atti in municipio, l’ufficio tecnico aveva intimato agli imprenditori di non versare più il canone ad Iniziative e di recente erano stati formalizzati anche diversi contratti con alcuni imprenditori.

Per il giudice che si è occupato della vicenda e che ha emanato un’ordinanza (dopo oltre 4 mesi di riflessioni), il Comune di Marano non poteva richiedere tali canoni né tanto meno optare per la rescissione del contratto con la società in amministrazione giudiziaria, poiché – secondo quanto contenuto nell’ordinanza – la vicenda è tuttora al centro di un contenzioso penale, legato al procedimento antimafia adottato dalla Procura di Napoli e il Comune, nelle more del giudizio di merito, non può in alcun modo mettere in essere o iniziare azioni esecutive. “Tutte le azioni – scrive il giudice – sono sospese fino alla conclusione del procedimento di prevenzione”.

Il giudice, tuttavia, non tocca in alcun modo l’aspetto su cui era imperniato il provvedimento di rescissione operato dal Comune, ovvero quello relativo alle riscontrate inadempienze contrattuali della società dei Cesaro, oggi in regime di curatela. La mancata o incompleta esecuzione di lavori, gli abusi edilizi rilevati anche dai periti della Procura, la mancata realizzazione di alcune infrastrutture. Su questo punto, di stretta natura amministrativa, il giudice di Napoli nord non si pronuncia. E’ pertanto auspicabile che, nel giro di 10 giorni, così come previsto dalla normativa vigente, il Comune produca un reclamo per puntare a ribaltare il tutto.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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