Tumore dell’esofago, significativo passo in avanti grazie all’immunoterapia

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“È la prima volta che si osserva un passo in avanti così importante nel tumore dell’esofago”. E’ il commento di Carmine Pinto, Direttore Unità Operativa di Oncologia Medica, Clinical Cancer Center di Reggio Emilia. I risultati – riferisce Repubblica – che arrivano dal congresso virtuale della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) che mostrano l’efficacia del’immunoterapia in combinazione con la chemioterapia nel trattamento in prima linea dei pazienti con tumore dell’esofago e della giunzione gastroesofagea, malattia che lo scorso anno, in Italia, si stima abbia fatto registrare 2.500 nuovi casi.

Lo studio a cui si riferiscono i dati ha valutato l’azione di pembrolizumab, farmaco immunoterapico che sblocca i freni del sistema immunitario, in combinazione con chemioterapia a base di platino come prima terapia per pazienti con tumore localmente avanzato o metastatico dell’esofago e della giunzione gastroesofagea. E i risultati mostrano come, rispetto alla chemioterapia in tutti i pazienti in trattamento, la combinazione abbia migliorato in modo significativo la sopravvivenza globale, riducendo il rischio di morte del 27%. La terapia di combinazione ha inoltre migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione, riducendo il rischio di progressione della malattia o di morte del 35% in tutti i pazienti in trattamento. Ppembrolizumab è quindi la prima terapia anti PD-1 che, in combinazione con chemioterapia, mostra un vantaggio in termini di sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da progressione e tasso di risposta obiettiva rispetto alla chemioterapia, attuale standard di cura per questi pazienti, indipendentemente dall’istologia e dall’espressione di PD-L1.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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