La splendida Lampedusa al collasso: i cittadini non ne possono più

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Gli sbarcati, quasi tutti tunisini, con qualche eccezione per alcuni soggetti che arrivano dal Bangladesh, salgono sui pullman. Per ogni mezzo 55 persone, senza distanziamento sociale. Circa 190 di loro sono destinati a un centro di accoglienza di Caltanisetta, i restanti a Villa Sikania. «Guardate – ci dice un residente -, dicono che scappano dalla guerra, ma sono abbigliati come noi, sorridono e scherzano tra loro. Non ci risulta che in Tunisia ci sia la guerra». Dalla rete di protezione riusciamo ad avvicinarci e a chiedere in francese a un migrante: «Perché sei qui?». Ci risponde senza esitare: «Avete leggi meno restrittive delle nostre». Finito il periodo di quarantena, se non scappa prima dagli hotspot o dai centri di prima accoglienza, chi proviene da un Paese come la Tunisia viene munito di un foglio di via, che gli imporrebbe il ritorno in Patria, visto che i rimpatri sono fermi a causa dell’emergenza Covid. Una bella fregatura, perché poi rimangono tutti qui. «Il grande bluff – tiene a dire una signora appena scesa dal traghetto – perché li dobbiamo mantenere noi. Poi ce li ritroviamo per le strade, a bivaccare, a chiedere le elemosina, a delinquere. Ma il premier Conte perché non viene a vedere con i propri occhi». Un poliziotto le fa eco: «Il ministro Lamorgese idem, non l’abbiamo mai vista a Lampedusa, neanche sa in che condizioni dobbiamo lavorare, con turni massacranti, rischiando di ammalarci perché i dispositivi di sicurezza non sono sufficienti».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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