Dalle intercettazioni non emerge solo il monito agli altri togati “di attaccare Matteo Salvini” anche se ha ragione, perché nelle chat spunta anche un certo apprezzamento per Nicola Zingaretti. A marzo 2018 – com ricorda Il Giornale – Zingaretti vince alle regionali e l’ex presidente dell’Anm si compiace: “Grande Nicola. Grande vittoria”. Ma la loro conversazione continua, questa volta in tempi peggiori, quando il 23 maggio 2019, vigilia delle Europee, l’ormai leader del Pd si preoccupa: “Se perdo avrò molto tempo libero”. Immediata la replica di Palamara: “E noi ti vogliamo molto occupato”.
Insomma, l’andazzo politico del magistrato indagato per corruzione è chiarissimo. Palamara si complimenta con Zingaretti che intanto – prosegue il quotidiano di Alessandro Sallusti – da luglio 2018 è a sua volta indagato per un finanziamento dalla procura di Roma di cui Palamara fa parte. Ma Zingaretti non è l’unico dem con cui Palamara intrattiene conversazione. Nelle intercettazioni sono emersi anche botta e risposta con Marco Minniti, ex ministro dell’Interno. I due discutono sulla nomina di Federico Cafiero de Raho. “Cerchiamo adesso di salvare il soldato de Raho” dice Minniti. “Si – risponde Palamara – il mio intervento in plenum é stato in questo senso”. E Minniti: “Perfetto. Lavoriamoci”. E il gioco è fatto: a Cafiero de Raho spetterà poi la prestigiosa poltrona di procuratore nazionale antimafia. Intrecci, questi, parecchio oscuri che fanno emergerà una falla nella giustizia a di poco preoccupante.
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