A Marano, dopo decenni di tolleranza, si sono accesi i riflettori su alcuni maxi abusi. Ma qualcuno indagherà su coloro che dovevano vigilare e non lo fecero?

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Negli ultimi tempi, più o meno in concomitanza o subito dopo l’avvio delle indagini sul municipio, quelle portate avanti dalla Dda di Napoli, è iniziata una frenetica (meglio tardi che mai) attività degli uffici comunali tesa a scovare o reprimere maxi abusi edilizi.

Nell’arco di qualche settimana, dopo attese e lungaggini decennali, abbiamo assistito all’abbattimento (in autodemolizione) della casa costruita dietro la parete del comando vigili. La vicenda era nota da un quindicennio e i mancati interventi da parte del Comune (sotto varie gestioni politiche) avevano compromesso parte di un finanziamento europeo stanziato per il completamento del Giardino dei cinque sensi (nella foto in basso).

Abbiamo visto inoltre sequestrare, udite, udite, il capannone per la vendita del materiale edile di via Vallesana, costruito 45 anni fa e a 10 metri dal cimitero, completamente abusivo e spesso utilizzato anche dall’ente comunale per alcune operazioni di scavo o pulizie di fondi.

Abbiamo visto sequestrare 4 appartamenti in via Pepe, nella stessa palazzina in cui un anno fa ne furono sequestrati altri 5 o 6 e una negozio di ferramenta (tutto abusivo) che era in bella vista su via Mallardo da almeno un decennio.

Abbiamo visto sequestrare (da parte dei carabinieri) un’autonoleggio in via Casalanno, riconducibile a un ex sindaco, la cui struttura (fissa) era palesemente abusiva da almeno 5-6 anni ed era noto ai più, anche a coloro addetti a questi tipi di controlli.

Abbiamo visto sequestrare un gazebo commerciale, costruito in pieno centro storico, con materiale pesante (in difformità alla Scia presentata) e senza un preventivo invio di un’informativa alla soprintendenza ai beni culturali. Sequestro avvenuto ad opera dei carabinieri di Castello di Cisterna dopo due anni di polemiche e rassicurazioni da parte dell’ufficio tecnico comunale.

Abbiamo visto accelerare le procedure per gli sgomberi di appartamenti abusivi acquisiti al patrimonio comunale da anni, talvolta da decenni, vedi alla voce via Platone, via Antica Consolare Campana, via Sant’Agostino.

La domande, dunque, sorgono quasi spontanee. Premesso che gli abusi vanno individuati puniti sempre e comunque, anche se in ritardo, come mai chi doveva vigilare se ne è accorto solo ora? Ma cosa più importante? Oltre a reprimere gli abusi, le forze dell’ordine e la magistratura inquirente indagheranno su chi ha consentito tutto ciò? Ci sono responsabilità diffuse, infatti, in molti ambiti e ambienti.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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