Sanità: addio al superticket. Si pagherà in base al reddito

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ANCONA, 26 AGO - Una corsia dell'Ospedale regionale di Torrette con una barella nel corridoio.
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Il ministro della Salute Roberto Speranza all’indomani del via libera alla Nadef conferma che i fondi in più per la Sanità – 2 miliardi nel 2020 e 1,5 nel 2021 previsti dalla manovra dell’anno scorso – non saranno toccati. Una boccata d’ossigeno importante per il Ssn alle prese da anni con risorse contate che Speranza ha difeso con le unghie e che sarà accompagnata da due novità di peso. Innanzitutto l’addio al superticket, il balzello da 10 euro su visite ed esami previsto nella maggior parte delle Regioni. E poi una profonda revisione della compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini (leggasi ticket): «Chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno».

Il fondo sanitario nazionale che quest’anno vale 114,474 miliardi salirà a 116,474 nel 202o e poi a 117,974 l’anno successivo. Aumenti previsti dalla manovra dell’anno scorso per nulla scontati visto che da mesi erano finiti nel radar del ministero dell’Economia per possibili sforbiciate. Non è tutto: il ministro Speranza ha anche annunciato il superamento del superticket, uno dei balzelli più odiati dai cittadini italiani e il cui addio vale 350-400 milioni. Per trovare le risorse potrebbe tornare in pista il meccanismo a cui aveva già lavorato il precedente Governo per il Patto per la salute 2019-2021: alle Regioni la garanzia di avere i fondi aggiuntivi al Fondo sanitario nazionale previsti dalla manovra dell’anno scorso a prescindere da clausole e paletti (nella bozza precedente il Mef aveva inserito la possibilità di togliere i fondi in caso di bassa crescita del Pil). Dal canto loro le Regioni potranno accedere ai fondi in più dopo aver abolito il superticket (in realtà in alcune Regioni è già avvenuto).

Non è tutto. Come collegato alla manovra partirà un disegno di legge di riordino della materia dei ticket che è la modalità di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria. «Lo faremo – ha affermato – con un criterio di progressività». In pratica si farà ricorso all’Isee e in base alla fasce di reddito si pagherà un ticket di valore diverso. Oggi, ha spiegato il ministro, «di fronte a un ticket sanitario non conta quanti soldi hai e non conta se sei un miliardario o una persona in difficoltà economica. Infatti, al di là delle soglie di esenzione, si paga sempre la stessa cosa. Io credo che su questo – ha aggiunto il ministro – si possa intervenire con un principio molto semplice: chi ha di più deve pagare di più e chi ha di meno deve pagare di meno». «Quello che ci guiderà – ha sottolineato Speranza – è e resta l’articolo 32 della Costituzione, che dice che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse della collettività»

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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