Pene, misure ed erezione, istruzioni per l’uso. Ecco come allungarlo, cosa dovete sapere

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Ogni giorno in Italia un uomo si sottopone ad un intervento di falloplastica, una operazione di modifica del pene che riflette lo specchio dei tempi, se si considera il peso crescente che l’ universo maschile sta acquisendo nella domanda di procedure estetiche, ed è ormai accertato che sul fronte della plastica genitale c’ è stato di fatto il sorpasso sul gentil sesso.

Uno studio tutto italiano, presentato in questi giorni a Milano in occasione dell’ International Male Aesthetic Surgery and Medicine, e pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature, rivela che nel nostro Paese si viaggia al ritmo di almeno 350 interventi all’anno di ritocchi “intimi” maschili, richiesti ed eseguiti allo scopo di raggiungere le dimensioni considerate perfette, quelle che madre natura, motivata apparentemente da reale avarizia, non ha concesso in fatto di centimetri a molti uomini. Non solo. Le richieste che riceve lo staff del Centro di Medicina Sessuale del capoluogo lombardo arrivano addirittura a quota 3mila all’ anno, ma vengono accuratamente selezionate in partenza, per accogliere solo gli idonei a questo tipo di procedura chirurgica.

Il picco di età della fascia dei richiedenti è tra i 35 e i 50 anni, anche per un fattore di solidità economica, considerando che questo tipo di intervento non è coperto dal Ssn ed ha un costo variabile tra i 4 e gli 8mila euro, oltre al fatto che molti di questi pazienti, dopo aver vissuto qualche disagio all’ inizio della attività sessuale ed aver trovato una sorta di equilibrio e sicurezza in una lunga storia con una donna, al giro di boa dei 40 anni, come spesso accade, si sono separati e rimessi in gioco con una nuova partner, sprofondando nuovamente nelle incertezze e nelle ossessioni delle dimensioni, comprese le ansie sopite che tornano a galla.
Quasi tutti i pazienti però, prima di arrivare in un centro specializzato, digitano sul motore di ricerca “allungamento del pene” o “enlarge your penis” per informarsi, un sito diventato una locuzione quasi leggendaria per le centinaia di milioni di messaggi, dal quale vengono fuori infinite e grottesche indicazioni, dalle più svariate in tema di chirurgia estetica, fino alle creme, alle pillole a base di erbe, alle attrezzature ad hoc, come gli strumenti per “tirare” o “mungere” l’ organo, apparecchi che somigliano a macchine di tortura, pompe che sfruttano la pressione dell’ aria e l’ effetto “sottovuoto”, tutte autentiche bufale, come se il pene fosse un muscolo che più lo tiri e lo manipoli e più tende ad allungarsi.

Struttura complessa – In realtà l’ organo sessuale maschile è una struttura complessa in cui ci sono arterie, vene, nervi e corpi cavernosi, il cui coordinamento fisiologico, motorio e sessuale è strettamente collegato con il sistema nervoso, vascolare e urologico, oltre che con quello psicologico del paziente, e nella letteratura scientifica non esistono metodi non chirurgici per allungare il pene o per aumentare la sua grandezza. Per questo in Italia c’ è il rischio di finire in mani poco esperte, perché i veri professionisti della penoplastica sono pochissimi, 3 o 4 in tutto sul territorio nazionale, e sempre più spesso questi specialisti sono costretti ad intervenire per correggere i danni eseguiti da altri colleghi, ovvero per rimuovere silicone, acido ialuronico, o granulomi da corpi estranei inseriti nel pene, tutte operazioni riempitive che vanno bene per labbra e zigomi, che sono strutture fisse, ma sono assolutamente incompatibili con un organo che cambia dimensioni nel corso della giornata, che ha diverse funzioni, e che così trattato, durante i rapporti sessuali, finisce per accumulare in varie zone il materiale introdotto, che si organizza e si incista, portando ad esiti bitorzoluti inguardabili dal punto di vista estetico, e che soprattutto ne riducono la funzionalità.

Il lavoro scientifico presentato a Milano, invece, che prende in considerazione 355 casi di falloplastica, il più vasto in questo settore, e che ha valutato i risultati con un follow-up di due anni, dimostra che questo tipo di operazioni, se ben condotte, sono sicure e senza complicazioni di erezione o eiaculazione, oltre che soddisfacenti nella quasi totalità dei casi.

Il grasso corporeo – L’ incremento medio ottenuto per la lunghezza del pene è di circa 3 centimetri, mentre per la circonferenza circa il 30% in più, e la tecnica è quella di utilizzare il grasso corporeo, prelevato dal paziente e opportunamente purificato, il quale, una volta reiniettato nel pene, attecchisce perfettamente aumentando il diametro, diventando un tutt’ uno con il tessuto del ricevente. In pratica è una sorta di autotrapianto, poiché il deposito lipidico prelevato, non essendo un materiale estraneo, abbatte il rischio di rigetto, ed agisce da riempimento organizzandosi e stabilizzandosi organicamente con le strutture in cui viene depositato.

Ma il vero allungamento chirurgico è ottenuto con una metodica che consiste nel distaccare il legamento sospensore, quello che collega il pene al bacino, rilasciando, e quindi rendendo in questo modo visibile, una parte aggiuntiva e trattenuta dell’ asta, che guadagna circa 2 centimetri. Quindi non si tratta di un allungamento vero e proprio, ed inoltre sono necessari circa sei mesi di particolari esercizi per evitare che il legamento si rinsaldi. Comunque, tra il taglio chirurgico e l’ iniezione di grasso autologo, effettivamente si ha visivamente a livello estetico un aumento della lunghezza e del diametro fallico. Tale procedura prevede una sutura interna usando, anche in questo caso, solo materiali dell’ organismo. Una pratica più recente e meno invasiva prevede invece di recidere inferiormente l’ attacco dello scroto all’asta, in modo da liberare una parte del pene e dare l’ idea che sia più lungo.

Questo tipo di intervento richiede 20 minuti, mentre il precedente ne prevede 90 come durata media, si eseguono entrambi in day hospital, con un’ anestesia locale (o generale a richiesta), si viene dimessi dopo 4/6 ore, il dolore post-chirurgico è modesto e facilmente controllabile, e si può tornare alla attività lavorativa dopo 4 giorni. La ripresa dell’ attività sessuale invece è consigliata dopo un periodo variabile dalle 4 alle 6 settimane.

In effetti i risultati sono ritenuti significativi dagli esperti, poiché sappiamo bene che un centimetro in più diventa un chilometro nella mente dell’ uomo, in termini di sicurezza ed autostima, ed i pazienti tornano potenti e capaci di avere rapporti senza soffrire più del senso di inadeguatezza. È l’ aspetto psicologico infatti ad essere dominante, che agisce come una molla e spinge a bussare al chirurgo nel 70% dei casi, e che, una volta appagato, fa sì che la persona smetta di focalizzare la sua attenzione su un presunto problema di centimetri, per tornare a concentrarsi sul piacere del rapporto. La maggior parte degli uomini che pensa di ricorrere a tecniche di allungamento del pene in realtà non ne ha alcun bisogno, perché spesso sono influenzati da modelli culturali sbagliati e stereotipi, perché ognuno è una storia a sé, e così lo è anche il pene che si ritrova, e non ci sono misure standard, né misure ideali per avere una vita sessuale migliore di altre.

Inoltre la lunghezza del fallo da flaccido non dà particolari indizi sulle dimensioni che si raggiungono durante l’erezione, ed aggiungo, per le donne che leggono, che le lunghezze delle mani o dei piedi o del naso, non sono affatto indicatori, come è credenza femminile comune, delle dimensioni del pene, corto o lungo che sia.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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