L’arresto di Di Lauro junior: ora tremano i suoi fiancheggiatori

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La paura già corre veloce. A dare la scossa è bastata la notizia della cattura di Marco Di Lauro, sabato pomeriggio: e adesso sono in molti a tremare, tra Secondigliano, Scampia e forse anche in molte altre zone della città. Timori fondati. Perché è sulla rete di fiancheggiatori e complici che hanno avuto un ruolo nel proteggere la latitanza del 38 enne che ora si concentrano gli sviluppi di un’indagine che non è affatto conclusa. E che potrebbe anche riservare qualche clamorosa sorpresa.

I RISCONTRI
Al lavoro ci sono già i magistrati della Procura. Un pool di esperti – con in prima linea l’aggiunto che coordina la Direzione distrettuale antimafia partenopea, Giuseppe Borrelli, affiancato dai sostituti Maurizio De Marco e Vincenzo Marra – sotto la supervisione del procuratore Giovanni Melillo. Verifiche e approfondimenti di polizia e carabinieri confluiranno prestissimo in una prima, più che probabile informativa che fornirà il quadro investigativo. In buona sostanza si tratta di «mettere a sistema» tutta la mole di lavoro sviluppata in questi 14 anni di latitanza dalla task force di agenti e militari impegnati nella caccia al boss con gli ultimi dati acquisiti in queste ultimissime ore.

Sul piccolo tavolo quadrato di legno scuro della casa di via Scaglione, a Chiaiano, c’è ancora la tovaglia con i residui dell’ultimo pranzo consumato da uomo libero. Nel lavandino della cucina i piatti sporchi e sulla mensola una ciotolina piena di pistacchi sgusciati, con accanto una bottiglia d’acqua minerale smezzata e qualche copia di giornale. Per il resto, l’ordine regna sovrano nell’appartamentino trasformato nell’ultimo rifugio del super-ricercato di camorra. È qui che Marco Di Lauro ha trascorso, a quanto pare, il suo ultimo mese da uomo libero: via Emilio Scaglione 424, quartiere Chiaiano.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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