Marano, è iniziato il conto alla rovescia: tra due giorni il dissesto finanziario del Comune sarà ufficiale. Da Bertini a Perrotta, da Liccardo ai vari commissari: storia di un fiasco

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Il countdown è iniziato: tra 48 ore i commissari straordinari firmeranno la delibera che sancirà il dissesto finanziario del Comune. E’ un atto dovuto, quello dei commissari, imposto dalla legge e che arriva dopo la bocciatura del piano di risanamento predisposto nel 2014 dalla giunta Liccardo ma non avallato, di recente, dalla Corte dei Conti.

Il Comune è tecnicamente fallito per una serie di ragioni, più volte esposte da questo portale. L’eccessivo indebitamento relativo agli anni delle gestioni Bertini, la spesa corrente non tenuta a freno (per alcuni anni) della gestione Perrotta, la scarsa capacità (di tutte le amministrazioni) di scovare gli evasori dei tributi, la mancata vendita di parte del patrimonio immobiliare (programmata dal commissario Tramonti nel 2012 e in parte ultimato soltanto nel corso dell’attuale gestione commissariale), la marea di soldi (per i condoni edilizi) che non sono mai entrati nelle casse dell’Ente: queste le principali cause che hanno portato al default del Comune, tutte o quasi riportate nella relazione ispettiva del Ministero delle Finanze, che nel 2009 inviò un proprio ispettore, Vito Tatò, in municipio.

Le misure per fronteggiare il dissesto si sono rilevati insufficienti. E insufficiente è stato il lavoro svolto anche dalle giunte successive a quelle di Bertini e Perrotta, Liccardo in primis. Miglioramenti sostanziali si sono registrati nel corso degli ultimi 10-12 mesi, soprattutto sul fronte delle entrate, ma ciò non è bastato ad indurre la Corte dei Conti a dare ulteriore credito al Comune.

Si riparte dal dissesto, insomma, e forse è giusto così. Il debito stimato, allo stato, sarebbe di circa 15-16 milioni di euro, ma ulteriori tegole per il Comune potrebbero arrivare dalle cause giudiziarie in corso di ultimazione.

I soldi per uscire dal guado ci sono: 10 milioni possono essere recuperati dal condono edilizio e una barca di soldi scovando le 4 mila famiglie di evasori dei canoni idrici. I commissari, nei mesi scorsi, avevano pensato di predisporre un ufficio anti-evasori, un gruppo di lavoro dedicato solo a questo tipo di lavoro. Qualcosa è stato dall’ufficio tributi, ma non tutto ciò che era stato prospettato, anche a causa della scarsa volontà di qualche sovraordinato. Condono, vendita del patrimonio, ricerca degli evasori (anche chi occupa beni e strutture comunali) e stop alle spese inutili: con queste ricette, nell’arco forse di un triennio o poco più, si potrà risanare la situazione. A farlo ci penserà un’apposita commissione, Osl, deputata alla liquidazione del debito, ma è un lavoro (di risanamento) che va fatto in sinergia con i futuri amministratori.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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