Marano, ultimo mese di lavoro per i commissari: luci e ombre di una gestione durata quasi due anni

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Siamo entrati nell’ultimo mese di lavoro dei commissari straordinari, che alla fine di ottobre o al massimo entro la prima settimana di novembre (se si andrà al ballottaggio) lasceranno il Comune. Un commissariamento durato poco meno di due anni, ai quali vanno aggiunti i circa nove mesi del commissario straordinario Franca Fico, subentrata al dimissionario Liccardo, per un totale di quasi trenta mesi.

E’ tempo di bilanci, insomma, per una triade commissariale insediatasi dopo lo scioglimento per camorra dell’ente, il terzo nell’arco di 24 anni.

Le ombre:

La gestione Reppucci.

Il primo anno di gestione è stato segnato a dir poco dall’immobilismo, tanto che il prefetto Reppucci, il primo nominato dal Ministero dell’Interno, fu costretto (su pressioni della Procura) a lasciare l’incarico e ad emigrare in altri lidi.

Il mancato turn over del personale comunale.

Fu sbandierato ai quattro venti da Reppucci e poi da Di Menna, ma in due anni, vuoi per la carenza di organico in alcuni settori, vuoi per il palese boicottaggio di alcuni uffici e funzionari, l’operazione non è mai andata in porto, nonostante una delibera commissariale, datata giugno 2017, autorizzasse ad eseguire taluni spostamenti. Mancano ancora pochi giorni e non è escluso che qualcosa possa ancor essere fatto, anche se si tratterebbe (oggi) di una magra consolazione.

I lavori al cimitero.

I lavori sono ripresi, seppur in sordina, nei mesi scorsi ma manca ancora all’appello l’atto deliberativo che sancisca la riduzione del numero dei loculi da costruire, da 7 mila a quattro mila. Un atto propedeutico alla diminuzione dei piani della nuova struttura che consentirà alla ditta, la Mastromimico di San Cipriano d’Aversa, confiscata dallo Stato, di accelerare le operazioni per i collaudi e la consegna di nicchie in gran parte già pagate dagli utenti.

La mancata revoca delle concessioni ad alcuni esercenti e titolari di gazebo.

C’era un’ordinanza che prevedeva la revoca delle concessioni a chi occupava suolo pubblico e c’è un regolamento, scritto con i piedi dagli stessi commissari, che doveva mettere ordine nell’installazione dei gazebo. Ciò che è accaduto, però, in certi punti della città è sotto gli occhi di tutti.

Il condono edilizio, le famiglie ancora allacciate abusivamente alla rete idrica e l’igiene urbana.

Sono state scoperte non poche anomalie sul fronte delle vecchie pratiche di condono. Ci sono state denunce ai carabinieri, c’è un’indagine in corso ma si ha la sensazione che qualcosa si sia arenato e il Comune, che dovrebbe incassare un bel gruzzoletto (circa 10 milioni di euro) non ha ancora selezionato i professionisti esterni chiamati a smaltire migliaia di pratiche. Stessa musica per gli evasori dell’acqua: le famiglie che non la pagano sono più di 4 mila, ma nonostante sia stato attivato un apposito sportello (già diversi mesi fa) poco è stato fatto su questo versante. Quanto alla raccolta rifiuti, c’è poco da dire: la città è tra le più sporche della provincia.

Le luci:

Morosi dell’acqua. L’aver fatto pagare e aver tagliato l’acqua a chi per anni aveva fatto i propri porci comodi, alle spalle di un’intera comunità e grazie ad evidenti connivenze e collusioni, è qualcosa che non ha prezzo.

Strade, rete idrica, pubblica illuminazione. 

E’ stata eseguita un’azione di recupero dei vecchi mutui mai utilizzati. Soldi, milioni di euro, fermi (chissà perché) alla Cassa depositi e prestiti. Quelle somme sono state reimpiegate per i lavori al manto stradale, per la sostituzione dei pali, per il rifacimento di rete idrica e fogne (ancora da vedersi). Operazione agognate da tutta la cittadinanza.

Sgomberi e abusivismo. 

Grazie alle segnalazioni esterne, alle denunce del nostro giornale e alla tenacia del commissario Greco sono stati pescati, multati e sgomberati molti furbetti. I casi più eclatanti? Il capannone di via Vallesana, il ristorante di via Recca, alcuni supermarket palesemente non in regola, fruttivendoli che ritenevano di essere i padroni delle strade, qualche viale occupato da paletti mai autorizzati. Nei prossimi giorni si procederà, dopo anni di inerzie, agli sgomberi di alcune case abusive e di proprietà comunale: via San Rocco e Sant’Agostino e, forse, via Platone.

Isola ecologica. 

Finalmente aperta e finalmente funzionante.

Piano urbanistico comunale.

L’approvazione delle linee guida del piano urbanistico, ex piano regolatore, è un fatto importante, di grande rilevanza. Nel piano si fissano tanti paletti e si tutelano, finalmente, aree agricole, zone a rischio idrogeologico, centri storici e centri antichi.

Le incognite. 

Il Pip, per il quale è stato avviato il procedimento per la rescissione contrattuale con il gruppo Cesaro, e il mercato ortofrutticolo di via Unione Sovietica, chiuso da circa un mese e da mettere in regola, ma sul quale pende un ricorso presso il Tar.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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