Traffico di droga sulla rotta Colombia, Spagna, Olanda, Italia: la difesa del capo sbanca in Cassazione

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Era l’alba del 20 febbraio del 2018 quando una mega inchiesta raggiunse e travolse un potente gruppo dedito al narcotraffico internazionale con base operativa nel Bronx, famigerato quartiere dell’area orientale della Città di Napoli.

Diciassette le persone tratte in arresto.

 Al vertice del clan, tra gli altri, De Matteo Daniele, che grazie alla sua qualità di insospettabile imprenditore con radicati interessi economici in Spagna, aveva, secondo l’ipotesi tracciata dalla Direzione Distrettuale Antimafia,promosso ed organizzato il gruppo dedito al narcotraffico.

La droga, proveniente dalla Colombia, dalla Spagna e dall’Olanda una volta giunta a Napoli,veniva smistata in altre città italiane, grazie ad una fitta rete di spacciatori di cui il gruppo si avvaleva. 

Referente per la città di Massa Carrara, era De Matteo Antonio,  il fratello del promotore ed organizzatore, sfuggito alla cattura e rimasto latitante per circa sei mesi, allorquando, gli investigatori, che per mesi sono rimasti sulle tracce, lo hanno stanato il mese scorso nella città di Madrid.

Ieri, un clamoroso colpo di scena.

La sesta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, presieduta dalla dott. ssa Petruzzellisnonostante la richiesta di rigetto deidue ricorsi formulata dal Procuratore Generale, in accoglimento dell’articolato ricorso a firma degli avvocati Dario Vannetiello e Salvatore Impradiceha annullato entrambe le ordinanze emesse per i fratelli De Matteo dalla decima sezione Tribunale del riesame, disponendo un nuovo giudizio.

Le motivazioni che hanno portato la Suprema Corte a condividere il sapiente lavoro difensivo verranno rese nei prossimi giorni.

Ora è tutto da rifare, atteso che l’annullamento disposto dalla cassazione è intervenuto per entrambi i fratelli De Matteo  sia sulla gravità indiziaria in merito al delitto di associazione a delinquere finalizzato al narcotraffico, sia sul tema delle esigenze cautelari.

Se appare sorprendente l’annullamento intervenuto per il promotore ed organizzatore De Matteo Daniele considerata anche la pluralità di episodi illeciti a lui contestati, non è di minore importanza l’annullamento di cui ha beneficiato De Matteo Antonio  in quanto per quest’ultimo appariva estremamente difficile da parte dell’avvocato Dario Vannetiello ottenere un esito favorevole anche sulle esigenze cautelari, atteso che il pericolo di fuga sembrava conclamato dalla latitanza di cui quest’ultimo si era reso protagonista.

La decisione assunta dai giudici capitolini potrebbe incidere sull’importante giudizio di merito pendente innanzi al Giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Napoli,  dott. ssa De Bellis,  magistrato che dovrà decidere in sede di giudizio abbreviato. 

Essendo stata messa seriamente in discussione la misura cautelare adottata dai giudici napoletani nei confronti del promotore ed organizzatore del gruppo, pare incrinarsi l’intero teorema accusatorio mosso nei confronti di ben ventotto associati.

 La direzione distrettuale antimafia aveva già formulato pesanti condanne nei confronti di decine di affiliati, tra cui quella di anni 14 di reclusione invocata per il promotore  De Matteo Daniele.

Ma dopo la decisione della cassazione la difesa ha messo a segno un importantissimo risultato che potrà indebolire il castello accusatorio costruito  dopo anni di intercettazioni e di servizi di osservazione e pedinamento svolti su tutto il territorio nazionale.

Il prossimo appuntamento è fissato  il quattro  ottobre per il prosieguo del giudizio abbreviatogiorno in cui inizieranno le discussioni dei difensori dei numerosi imputati.  

© Copyright Mario Conforto, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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