Marano, quelli che ci saluteranno (e non ci mancheranno) dopo la dichiarazione del dissesto finanziario: Pasqualino Di Pace e Peppe Bonino

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Quelli che ci saluteranno una volta dichiarato il dissesto finanziario. I due dirigenti con contratto a tempo determinato, ovvero Giuseppe Bonino e Pasqualino Di Pace. Il sipario su di loro calerà nell’arco di una quarantina di giorni. I contratti, dal momento della dichiarazione di dissesto, cesseranno in automatico e l’auspicio è che i commissari non si sognino nemmeno lontanamente di rinnovare incarichi previo parere delle commissioni ministeriali competenti.

Giuseppe Bonino, 40 anni non ancora compiuti, era in servizio nel comune di Angri quando sbarcò a Marano, esattamente un anno fa. Vi ci arrivò al termine di una complessa selezione, che l’ex prefetto Reppucci portò a compimento dopo mesi e diverse rinunce. Bonino fu ripescato dopo i no a ripetizione di alcuni prescelti, letteralmente terrorizzati dal fatto che il prefetto Reppucci – ad ogni occasione – ripeteva loro che la situazione era drammatica e che poco si sarebbe potuto fare. Bonino, al netto delle simpatie e antipatie che ha raccolto lungo il suo percorso, ha ben operato sul fronte economico-finanziario, seppur costretto a ritoccare all’insù le tariffe di acqua e spazzatura. Giudizio negativo, invece, sulla gestione del personale, di cui ha la delega da diversi mesi. Bonino si è arroccato sulle sue posizioni, difendendo a spada tratta dipendenti che non avevano brillato per i risultati raggiunti prima dell’avvento della commissione straordinaria. E’ stato tra coloro che in qualche modo ha ostacolato il necessario turn over interno agli uffici e poco ha fatto o detto (e lo poteva fare) su alcuni concorsi sospetti. Resta l’ombra, infine, di aver creato un ulteriore settore, risorse umane, che sembra calzare a pennello per un dipendente promosso alla luce di un concorso ritenuto più che sospetto.

Su Pasquale Di Pace è stato detto di tutto e di più. Di Pace, col suo fare apparentemente bonario, non ha mai gradito di doversi occupare non solo di lavori pubblici ma anche di urbanistica e ambiente. Arrivò a Marano grazie a una procedura che prevedeva l’assunzione a tempo determinato di una figura di alta professionalità. Non un dirigente, insomma, ma i commissari – vista la penuria di risorse umane – gli affidarono ugualmente (e a nostro avviso illegittimamente) la dirigenza dell’intero settore tecnico, oltre che la responsabilità di altri settori. Il suo operato è stato insufficiente sotto tutti gli aspetti: ha avallato una concessione che grida allo scandalo, nulla o quasi è stato fatto sul fronte degli abusi edilizi più volte elencati o segnalati; si è progressivamente “ammosciato” con la ditta dei rifiuti; non volle firmare l’ordinanza per la chiusura di 20 e passa negozi non in regola con l’occupazione di suolo, pur contemplata da una precedente ordinanza commissariale. Ciliegina sulla torta: non ha inserito via Del Mare nell’elenco delle arterie prioritarie da rifare a luglio. La strada sarà rimessa a nuovo solo grazie alle economie derivanti dagli altri lavori. Una scelta incomprensibile. Un disastro, insomma.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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