El Mencho, il nuovo re dei narcos messicani

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E’ una calda e umida sera dell’agosto 2016. Due facoltosi fratelli messicani escono per spassarsela a Puerto Vallarta. Ivan, 35 anni, e Jesus Alfredo Guzmán, 29, sono in vacanza nella località turistica da una settimana. È domenica, la vigilia del trentaseiesimo compleanno di Ivan, e per festeggiare hanno prenotato un tavolo in un ristorante esclusivo chiamato La Leche. Lì, si uniscono a loro sei uomini e nove donne – giovani, attraenti e ben vestiti, alla guida di Range Rover ed Escalade – con cui cenano a lume di candela al centro della sala bianca, bevendo champagne e cantando. Poco dopo mezzanotte, mentre la serata si avvicina alla conclusione, sei banditi armati di fucili d’assalto irrompono nel locale e li circondano. Uno di loro costringe Ivan a inginocchiarsi, prima di assestargli un calcio nelle costole. Anche Jesus Alfredo è tenuto sotto tiro. I fratelli e gli altri maschi sono trascinati fuori, fino a due Suv, e spariscono nella notte, mentre le donne rimangono illese. L’operazione dura meno di due minuti – il proprietario del ristorante in seguito la definirà: «Violenta, ma molto pulita». Senza che sia sparato un solo colpo, i due figli più giovani del famigerato capo del cartello di Sinaloa Joaquín Guzmán – più noto come «El Chapo» – vengono rapiti.

I due hanno commesso l’errore di festeggiare nel territorio controllato dal rivale più recente e temibile del padre: Rubén Oseguera Cervantes, El Mencho. Ex agente di polizia dello stato di Jalisco, El Mencho, che ha passato tre anni in un carcere americano per spaccio di eroina, dirige quello che gli esperti descrivono come il cartello più emergente, letale e, per alcuni, più ricco del Messico: il Cartel Jalisco Nueva Generación, o CJNG. Nonostante negli Stati Uniti sia ancora sostanzialmente sconosciuto, El Mencho è stato incriminato da un tribunale federale di Washington per traffico di droga, corruzione e omicidio, e sulla sua testa adesso pende una taglia di cinque milioni di dollari. A parte forse Rafael Caro Quintero – il vecchio signore della droga, tuttora ricercato per aver torturato e ucciso un agente della Dea nel 1985 – è probabilmente il bersaglio numero uno sulla lista americana. «Prima era El Chapo», dice una fonte dell’agenzia federale antidroga. «Ora El Mencho».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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