I conti del Comune di Marano e la bocciatura del piano di rientro. Ecco cosa accadde durante la gestione Liccardo e qual era il bubbone degli anni precedenti

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SITUAZIONE FINANZIARIA DI “PARTENZA” DELL’AMMINISTRAZIONE LICCARDO:

Situazione di estrema criticità, che – dopo essere stata tenuta “sotto traccia” per svariati esercizi – era esplosa, nella sua gravità, con l’approvazione del rendiconto del 2010.

Questo rendiconto, approvato dall’amministrazione allora in carica, ovvero quella Perrotta, con un enorme ritardo (a fine dicembre del 2011, con 8 mesi di ritardo rispetto alla scadenza di legge) sanciva lo stato di deficitarietà strutturale del Comune.

Questa situazione di squilibrio finanziario veniva anche rilevata ufficialmente da parte della Corte dei Conti che segnalava al Consiglio Comunale, con la pronuncia n. 225 del 2012, la “situazione di gravissima difficoltà finanziaria nella quale si trovava l’Ente, tale da poter sfociare in dissesto finanziario“.

La pronuncia veniva adottata dalla Corte dei Conti nell’ambito dei propri poteri di controllo, che la normativa (art. 6 comma 2 D.Lgs. 149/2011) estende fino alla possibilità concessa alla Corte dei Conti di obbligare il Comune a dichiarare il dissesto.

I problemi che attanagliavano l’Ente, e che erano stati denunciati dalla Corte dei Conti quali segno di squilibrio finanziario, erano i seguenti:

  • Risultato negativo della gestione di competenza.
  • Squilibrio di parte corrente e utilizzo di poste di natura straordinaria per finanziare spese correnti
  • Assenza di liquidità
  • Elevata consistenza dei Residui attivi, ossia di crediti non riscossi da cui derivava – necessariamente – l’inattendibilità dell’avanzo di amministrazione derivante dagli ultimi rendiconti approvati.
  • Elevata consistenza dei Debiti fuori bilancio.

Su tutte queste problematiche l’ Amministrazione Liccardo cercò di intervenire per consentire all’Ente di invertire una rotta, che avrebbe portato alla dichiarazione di dissesto nell’immediato.

Quella giunta dovette far fronte a 21 (non 19) milioni di euro di debiti scaduti con i creditori che bussavano alle porte e aggredivano il Comune con atti giudiziari; debiti lasciati da amministrazioni passate che si sono fatte lustro di spese e investimenti senza però pagare i fornitori. Si decise così di sanare questa montagna di debiti consolidandoli a 30 anni, a tassi di interesse vicini allo zero.

Risultato negativo della gestione di competenza:

Il Comune di Marano aveva chiuso gli esercizi finanziari dal 2006 al 2010 sempre con un risultato negativo di gestione (tranne che nel 2007, chiuso in sostanziale pareggio). Questo significa che, in quegli anni, il Comune spendeva più risorse di quelle che produceva: le spese cioè superavano le entrate, per cifre oltretutto molto consistenti:

2006 (Bertini) -1.441.699,73

2007 (Perrotta)  +  7.876,53

2008 (Perrotta)  -2.872.805,69

2009  (Perrotta) -1.324.874,28

2010 (Perrotta)  -2.084.286,10

Questo trend si è fermato nel 2011 (con un risultato positivo di € 228.008,01) ed è stato completamente invertito negli anni seguenti, i cui bilanci sono stati impostati anche nell’ottica del recupero del disavanzo formatosi in precedenza:

2012 (gestione commissariale Tramonti)  + 2.547.022,15

2013  Amministrazione Liccardo   + 1.418.402,26

2014   Amministrazione Liccardo  + 1.789.517,00

Dal 2015, con il passaggio alla nuova contabilità armonizzata, non c’è più una netta distinzione tra il risultato dell’esercizio e il risultato di amministrazione. Nel 2015 l’Amministrazione Liccardo l’Ente ha destinato le proprie risorse al ripiano dei disavanzi precedenti: infatti, oltre alla quota di disavanzo di cui era previsto nel bilancio 2015 il ripiano (€ 1,3 milioni), è stato recuperato un importo supplementare di € 810mila come evidenziato nella Relazione al rendiconto 2015.

Il riferimento a questi dati contabili si ricollega al discorso dell’emersione del disavanzo di amministrazione, come risultante dal rendiconto della gestione 2013 approvato da questa Amministrazione Liccardo.

Il disavanzo di amministrazione che è stato accertato con tale rendiconto è frutto dall’altro significativo fattore di squilibrio finanziario evidenziato dalla Corte dei Conti, quello della Elevata consistenza dei Residui attivi.

Infatti il risultato di amministrazione deriva dalla differenza tra elementi finanziari positivi (i residui attivi, ossia i crediti da incassare) e negativi (i residui passivi, ossia i debiti da pagare).

Ma se, come nel caso di specie, i crediti sono molto anziani, essi denotano la scarsa capacità di riscossione dell’ente e quindi vanno a generare un avanzo di amministrazione che è solo formale, ma non sostanziale.

Un’operazione di risanamento finanziario doveva necessariamente partire dalla trasparenza dei conti e dalla consapevolezza della reale situazione da ripianare.

Per questo, in sede di rendiconto 2013, la giunta Liccardo ha operato una revisione straordinaria dei residui attivi e passivi, che ha portato alla cancellazione di residui attivi per circa 33,8 milioni di €, residui risalenti agli anni dal 2000 al 2011.

E’ stata inoltre condotta una revisione dei residui passivi che ha portato a cancellare residui passivi per 6,6 milioni di €, relativi a progetti/attività cui non corrispondevano più reali debiti a carico del Comune.

Il disavanzo al 31/12/2013 era pari, per effetto di queste operazioni, ad un valore negativo di 16,2 milioni di €.

Il ripiano di tale disavanzo è stato previsto in 10 anni attraverso l’approvazione del Piano di Riequilibrio pluriennale previsto dall’art. 2343 bis del TUEL.

Nel corso del 2014 e in occasione della elaborazione del rendiconto di tale annualità, è proseguita la revisione dei residui passivi, portando alla cancellazione di ulteriori 4,4 milioni di euro.

Ciò ha portato a ridurre in misura significativa il disavanzo di amministrazione che era stato imputato ai vari anni del Piano.

Per questo, in concomitanza con l’approvazione del bilancio di previsione 2015, fu approvata una rimodulazione del Piano riducendo le quote di disavanzo da recuperare in ciascuno dei 9 anni residui del Piano, dal 2015 in poi.

Inoltre, subito dopo l’approvazione dello schema di rendiconto 2015, la Giunta ha anche approvato una nuova proposta di rimodulazione del Piano di riequilibrio, facoltà prevista dalla legge di stabilità 2016 (comma 719), per ripianare il disavanzo nell’arco temporale più lungo previsto per ripiano del disavanzo derivante dal passaggio alla contabilità armonizzata. Piano di recente bocciato dalla Corte dei conti.

Nel 2013 la situazione era estremamente compromessa per la presenza di moltissime posizioni debitorie,  di rilevante ammontare, che erano state abbandonate da anni (ad es: debiti nei confronti dell’ARIN per la fornitura idrica di vecchie annualità, debiti per contratti di gestione del servizio nettezza urbana scaduti senza che l’Ente onorasse i relativi canoni, esposizione verso la Regione per i canoni di acque reflue e depurazione, debiti verso il Commissariato di Governo per gli interventi garantiti nella gestione straordinaria dei rifiuti in Campania).

In molti casi il Comune aveva, in passato, stipulato transazioni, impegnandosi a pagamenti rateizzati concessi dai creditori, ma mai rispettati dallo stesso Comune, in tal modo offrendo facilmente il fianco a contenziosi di sicura soccombenza.

E infatti, per varie di queste situazioni, pendevano contenziosi di rilevante ammontare o era imminente la chiamata in giudizio a carico dell’Ente.

Anche le posizioni debitorie correnti avevano accumulato pesanti ritardi nella loro definizione, tanto che i fornitori erano giunti a dover aspettare tra i 12 e i 15 mesi per il pagamento delle fatture.

Fu necessario il ricorso a ben 2 anticipazioni di liquidità concesse dalla Cassa Depositi e Prestiti, ai sensi del decreto legge 35 del 2013, per fronteggiare il carico di debiti provenienti dalle vecchie annualità, e normalizzare una situazione che era sul punto di esplodere.

Altra situazione che è stata affrontata è stata quella della Dimensione dei Debiti fuori bilancio accumulatisi.

Il carico di debiti fuori bilancio, sia derivanti da sentenze sia dalla ordinazione di spese senza l’assunzione del preventivo impegno, è tra le motivazioni che hanno indotto alla scelta della procedura del riequilibrio finanziario pluriennale.

Dall’esame del Piano si evince che, in tale occasione, sono stati censiti debiti fuori bilancio per quasi 3milioni di € (2.941.300 €), cifra impossibile da porre a carico né di un solo esercizio, né di 3 come previsto dagli strumenti ordinari del TUEL (che dà la possibilità di rateizzare i debiti fuori bilancio in 3 esercizi).

Anche perché a questa entità di debiti fuori bilancio, provenienti da esercizi pregressi, si dovevano necessariamente aggiungere quelli che insorgono via via nel tempo, in particolare a seguito della soccombenza in giudizio.

Imponente era il contenzioso, per numero di giudizi e per importo complessivo. Anche su questo fronte l’Amministrazione Liccardo operò  una ricognizione dello stato del contenzioso in precedenza mai realizzata e che ha portato a vincolare nel risultato di amministrazione il ragguardevole importo di 7milioni destinato a fronteggiare gli oneri che dovessero in futuro presentarsi a seguito di soccombenze.

RIEPILOGO DATI PRINCIPALI ESPOSTI NELLA RELAZIONE PRESENTATA IN QUEGLI ANNI.

Percorso di risanamento volto a recuperare gli squilibri e i debiti accumulati nelle precedenti gestioni.

TRATTI SALIENTI:

CHIUSURA DEGLI ESERCIZI DAL 2012 IN POI CON RISULTATO POSITIVO:

Dal 2006 al 2010 le spese di ogni esercizio superavano le entrate, per cifre oltretutto molto consistenti:

2006      -1.441.699,73

2007      +  7.876,53

2008      -2.872.805,69

2009      -1.324.874,28

2010      -2.084.286,10

Dal 2012 inversione completa:

2012 (gestione commissariale)  + 2.547.022,15

2013     Amministrazione Liccardo       + 1.418.402,26

2014      Amministrazione Liccardo     + 1.789.517,00

Dal 2015 per gli effetti della nuova contabilità armonizzata non è più possibile enucleare il risultato di gestione del singolo esercizio. E’ però possibile evidenziare che è stata recuperata una quota di disavanzo maggiore di quella prevista in bilancio di previsione: € 810 mila ulteriori rispetto a 1,3 milioni previsti

ANTICIPAZIONI DI LIQUIDITA’

Fu necessario ricorrere a 2 anticipazioni di liquidità (D.L. 35/2013) per normalizzare una situazione di arretrati nei pagamenti ereditata dalle precedenti gestioni.

C’erano infatti moltissime posizioni debitorie, di rilevante ammontare, che erano state abbandonate da anni e in molti casi i creditori erano forti di piani di rateizzazione sottoscritti dal Comune e mai onorati. Ciò metteva seriamente in pericolo l’Ente che sarebbe stato certamente soccombente in sede di giudizio (in alcuni casi i giudizi erano stati avviati e sono stati definiti transattivamente).

DEBITI FUORI BILANCIO

In sede di predisposizione del Piano di riequilibrio, è stata condotta per la prima volta una seria e completa ricognizione dei debiti fuori bilancio, derivanti sia da sentenze (lettera A) sia dalla ordinazione di spese senza l’assunzione del preventivo impegno (lettera E).

La ricognizione svolta ha portato a far emergere la cifra di 3 milioni di € di debiti ancora da riconoscere. Anche questo è un peso finanziario ereditato da questa Amministrazione che, grazie al Piano, si sta suddividendo su vari esercizi.

Ma al di là dell’operazione trasparenza e di risanamento dei conti comunali (distrutti da gestioni allegre del passato), avviata dal commissario Tramonti e proseguita dalla giunta Liccardo, hanno pesato sulle gestioni 2012-2015 le scelte (avallate dalla dirigenza dell’area economica) di non emettere i ruoli dell’acqua, scelta che ha avuto la sua incidenza sul fronte delle entrate immediate, e di non dismettere (o comunque aumentare i canoni di locazione) di parte del patrimonio immobiliare già inserito nel primo piano di rientro presentato alla Corte dei conti. Si poteva fare di più anche su altri aspetti, a cominciare dagli evasori dei canoni idrici. Anche negli della gestione Liccardo fu avviato un percorso per stanare gli evasori, ma tutto naufragò miseramente. In pochi, pochissimi pagarono e a chi fu intimato il distacco della fornitura idrica alla fine, grazie a norme e cavilli, se la cavò come sempre. I responsabili degli uffici non si strapparono i capelli e i politici non spinsero sull’acceleratore. Il debito, il grande debito è stato prodotto dall’amministrazione Bertini e in parte da Perrotta. Liccardo e i commissari straordinari si trovarono dinanzi ad un disastro, ma non seppero o non riuscirono (per svariati fattori) a mettere in campo tutte le azioni necessarie volte a scongiurare il default.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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