Affare rifiuti, le intercettazioni: “Scenderà in campo mezza mafia campana”

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La Sma? Un affare per il quale «scenderà in campo mezza mafia della Campania», roba che bisogna scomodare anche le discariche del Beneventano. Ne sono convinti imprenditori in odore di camorra, stando a una delle intercettazioni depositate nel corso del procedimento a carico di uomini d’affari, dirigenti regionali, politici con aspirazioni nazionali. Intercettazioni in cui viene tirato in ballo Luciano Passariello (la cui voce non viene mai captata nel corso di questa indagine), ma anche Agostino Chiatto, impiegato regionale distaccato alla Sma, la società in house della regione Campania finita al centro delle indagini della Procura di Napoli. Ipotesi di tangenti, di cordate di imprenditori da un lato legati ai clan Cimmino e Bidognetti, dall’altro in grado di vantare entrature in Regione, all’ombra dell’ultima emergenza rifiuti: la necessità di trasferire i fanghi dai depuratori della Campania, in uno scenario di emergenza creato a tavolino. Ma andiamo con ordine a partire dal provvedimento adottato dalla ottava sezione del Riesame, che ha confermato il sequestro del computer e del telefonino messo a segno lo scorso 15 febbraio, a sottolineare la consistenza di un’indagine che si è avvalsa anche del lavoro di Fanpage e dell’azione del boss pentiti Nunzio Perrella nei panni di agente istigatore. Ma torniamo alle intercettazioni depositate al Riesame, frutto del lavoro dei pm Ivana Fulco e Henry John Woodcock e dei colleghi Sergio Amato e Ilaria Sasso del Verme, sotto il coordinamento dell’aggiunto Giuseppe Borrelli. Centrali sono i rapporti tra l’imprenditore Giovanni Caruson e il dirigente regionale Lucio Varriale, in un crescendo di riferimenti a soldi e spartizioni di denaro, che hanno spinto gli uomini della Mobile (guidata dal primo dirigente Luigi Rinella) a parlare di una sorta di sistema sma. In sintesi, gli imprenditori «sponsorizzati» dalla camorra del Vomero puntano ad ottenere appalti per la rimozione dei fanghi, girando poi tangenti ai dirigenti e – sempre secondo l’accusa – allo stesso politico di riferimento. Ma seguiamo quanto emerge dalle intercettazioni finite agli atti. Siamo ai primi di febbraio scorso, Giovanni Caruson ha l’auto imbottita di cimici: parla di un incontro con Varriale, di un’offerta per l’affare rimozione dei fanghi, del lavoro di Varriale che «dovrà mettere l’offerta sul tavolo di Luciano Passariello», per lunedì 12 febbraio. È il punto in cui si parla di una presunta spartizione di soldi che, se fosse riscontrata, dimostrerebbe l’esistenza di un giro di tangenti all’ombra della municipalizzata della Regione.

Il Mattino

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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