Spese pazze in Regione, in Liguria via ai sequestri dei conti per esponenti dei democratici e della sinistra estrema

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La Guardia di finanza, su ordine della procura di Genova (pm Terrile) sta sequestrando i conti correnti bancari di tutti i politici implicati nell’inchiesta per peculato che si riferisce agli anni tra il 2009 e il 2010. Si tratta, come è noto, di uno dei filoni di un’inchiesta più articolata, che ha già portato ad alcune condanne e che rischia, qualora venissero condannati, di far perdere il posto a esponenti politici di spicco, come il candidato della Lega Nord e assessore regionale Edoardo Rixi.

In questa tranche dell’inchiesta sull’uso difforme dalla legge dei fondi a disposizione dei gruppi consiliari, uno dei politici sotto indagine è Vito Vattuone, che a sua volta è candidato alle elezioni politiche di marzo nel Pd.

«Appena riceveremo il provvedimento valuteremo cosa fare: ci riserviamo di impugnarlo e comunque chiederemo la revoca a fronte dell’eventuale versamento, alla Regione, della somma contestata con riserva di ripetizione e cioè di vedercela restituita in seguito. Tutto questo per massima trasparenza» afferma il legale di Vattuone, che aggiuge: «A monte manca un presupposto ben preciso: dagli atti dell’inchiesta non emerge la prova che quei pagamenti contestati siano stati fatti dal mio assistito. Non ci sono ricevute a sua firma, non ci sono scontrini della sua carta di credito».

Per Vattuone e per tutti gli altri ex consiglieri elencati qui sotto c’è la richiesta di rinvio a giudizio del pm Terrile, richiesta che, in base alla legge, comporta automaticamente il sequestro cautelare di somme o beni equivalenti.

Ecco l’elenco dei politici a cui vengono sequestrati i conti correnti:

Michele Boffa – Partito Democratico
Ezio Chiesa – Partito Democratico poi Liguria Viva
Luigi Cola – Partito Democratico, ex sindaco Cogoleto
Giacomo Conti –Rifondazione Comunista
Gino Garibaldi – Popolo della Libertà
Antonio Miceli – Partito Democratico
Cristina Morelli – Verdi
Luigi Morgillo – Forza Italia e Popolo della Libertà
Minella Mosca – Partito Democratico
Vincenzo Nesci – Rifondazione Comunista
Pietro Oliva – Popolo della Libertà
Franco Orsi – Popolo della Libertà, attuale sindaco di Albisola
Matteo Rosso – Popolo della Libertà ora Fratelli d’Italia
Alessio Saso – Popolo della Libertà
Vito Vattuone Partito Democratico
Moreno Veschi – Partito Democratico

Non verranno invece sequestrati i conti agli indagati Gianni Plinio (Popolo della Libertà ora CasaPound) Gabriele Saldo (Popolo della Libertà) e Carlo Vasconi (Verdi), che nel frattempo hanno restituito le somme contestate.

Le somme sequestrate vanno da un massimo di 55 mila euro per un esponente di Forza Italia-Pdl a un minimo di 950 euro per un esponente del Pd. Tra le spese meno in linea (eufemismo) con l’attività politica, cocomeri, gratta e vinci, gelati, caramelle, sigarette, cioccolatini, fazzoletti, popcorn, notti in alberghi di lusso, merendine, videogiochi e manuali per smettere di fumare.

Il punto sulle inchieste
Il pm Massimo Terrile nelle ultime settimane e proprio per il periodo 2008-2010, ha quindi chiesto il processo per Matteo Rosso, oggi esponente di Fratelli d’Italia, allora con Forza Italia. E poi per Franco Orsi, Gabriele Saldo, Gino Garibaldi, Luigi Morgillo e Pietro Oliva (ai tempi in Fi), mentre è stata chiesta l’archiviazione per Graziano Falciani (pure lui allora con gli azzurri). Passando al Pd dell’epoca, oltre che per Vattuone la Procura ha proposto il giudizio per Michele Boffa, Luigi Cola, Nino Miceli, Ezio Chiesa, Moreno Veschi e Minella Mosca, archiviata la posizione di Lorenzo Basso. Per i Verdi (sempre fra 2008 e 2010 s’intende) risultano coinvolti Cristina Morelli e Carlo Vasconi, per Rifondazione comunista Giacomo Conti e Vincenzo Nesci. Infine per l’allora Alleanza Nazionale Gianni Plinio (adesso passato a CasaPound) e Alessio Saso.

Per la stessa legislatura sono già state rinviate a giudizio 13 persone di vari schieramenti: per il centrodestra, che era all’opposizione, l’attuale presidente del consiglio regionale Francesco Bruzzone (Lega), Sandro Biasotti (deputato e attuale coordinatore di FI in Liguria), Nicola Abbundo, Angelo Barbero, Fabio Broglia, Giovanni Macchiavello, Matteo Marcenaro, Luigi Patrone e Franco Rocca; per il centrosinistra Tirreno Bianchi, Rosario Monteleone, Carmen Patrizia Muratore e Giovanni Battista Pittaluga.

Per la legislatura 2005-2010 sono già stati condannati la nuora di Clemente Mastella Roberta Gasco (addebiti per il periodo in cui era nell’Udeur), Lorenzo Castè (Prc) e Franco Bonello (Unione a sinistra). Per Gasco era scattata una pena di 2 anni e 4 mesi e aveva risarcito il danno, per Castè di 4 anni e 11 mesi, per Bonello di 4 anni e 5 mesi.

Robusto è poi il parterre di chi è rimasto impelagato nelle indagini sulla legislatura successiva. Nei mesi scorsi erano stati condannati a 4 anni e mezzo e 4 anni gli ex vicepresidenti della giunta, in momenti diversi, Nicolò Scialfa e Marylin Fusco (ai tempi entrambi dell’Idv).

In precedenza era toccato invece – con pene di 2 anni e 8 mesi e 2 anni e 4 mesi – ai loro ex colleghi di partito Maruska Piredda e Stefano Quaini.

Per gli esborsi messi a carico del contribuente tra 2010 e 2012 sono inoltre imputati: Michele Boffa (seconda imputazione), Massimo Donzella e Nino Miceli (seconda imputazione) ai tempi nel Pd; Edoardo Rixi e Francesco Bruzzone (seconda imputazione) per la Lega Nord; Matteo Rosso (ai tempi Forza Italia, oggi Fratelli d’Italia, seconda imputazione), Raffaella Della Bianca (Gruppo misto e poi tornata in Forza Italia); Franco Rocca e Alessio Saso (Ncd); Rosario Monteleone (seconda imputazione) e Marco Limoncini per l’Udc; Aldo Siri (Lista Biasotti); Ezio Chiesa e Armando Ezio Capurro per Noi con Burlando; Matteo Rossi (Sel); Alessandro Benzi (da Sel al Gruppo misto); Giacomo Conti (Federazione della sinistra); Luigi Morgillo (seconda imputazione), Marco Melgrati e Roberta Gasco (seconda imputazione) per Forza Italia; Stefano Quaini e Marylin Fusco per la militanza in Diritti e Libertà (accusa aggiuntiva al periodo Idv).

Maurizio Torterolo (Lega) è uscito dal processo dopo aver patteggiato a due anni.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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